L'intervento a 'La Zanzara'
Canta alla radio ‘Faccetta nera’, l’assessore veneto Donazzan nella bufera: “Si dimetta”

C’è l’ipotesi di apologia di fascismo per Elena Donazzan? Se lo chiede il centrosinistra veneto, all’attacco per le dichiarazioni dell’assessore regionale all’Istruzione durante la puntata dell’8 gennaio scorso del programma radiofonico “La Zanzara” su Radio24.
Intervistata dai conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo, la Donazzan, esponente di Fratelli d’Italia, si è esibita in una performance canora di “Faccetta Nera”, canzone fascista composta nel 1935 per celebrare il regime fascista di Benito Mussolini e la campagna coloniale in Africa.
La Donazzan, rispondendo alle provocazioni del duo Cruciani-Parenzo, ha spiegato candidamente che tra “Bella Ciao” e “Faccetta Nera” sceglie la seconda, che ha imparato “sin da bambina”. Lo stesso Parenzo è costretto a ricordarle che “se avesse vinto l’Italia del suo amato zio (che ha insegnato all’assessore Faccetta Nera, ndr), io non sarei qua”, viste le origini ebraiche della sua famiglia che fu costretta a rifugiarsi in Svizzera.
Parlando ancora dello zio Costantino, un fascista convinto, l’assessore all’Istruzione ricorda un episodio: “Quando gli chiedevo conto del perché si fosse schierato da quella parte, perché a scuola mi facevano una testa così (sul fascismo, ndr), mi rispose in dialetto veneto “Bambina, si giura una volta sola”. E io lo amo”.
LA PROTESTA DEL PD – Parole che non sono sfuggite al Partito Democratico, con i rappresentati in Consiglio regionale che hanno chiesto al presidente Luca Zaia di togliere le deleghe alla Donazzan. “Chi canta inni fascisti non può stare in un’istituzione e, peggio, fare l’assessore all’Istruzione. Abbiamo assistito sconcertati alla ‘performance’ di Elena Donazzan e presenteremo un’interrogazione a Zaia non solo per chiedergli di dissociarsi ufficialmente, ma per sapere se intende toglierle le deleghe, visto che lei non darà autonomamente le dimissioni. È un episodio gravissimo, purtroppo non il primo, che non può essere ancora derubricato a ricordo di infanzia o goliardata”, spiegano in una nota i rappresentanti Dem.
LA REAZIONE DI ZAIA – Sul caso è quindi intervenuto anche il governatore Luca Zaia: “L’assessore si deve quantomeno scusare. Conosco la sua sensibilità. Non l’ho sentita, penso che le scuse siano doverose. Faccetta nera riprende un periodo buio, ed è inevitabile che in molte persone sia stata urtata la sensibilità, è stato un periodo di leggi razziali, di colonialismo, di condizione femminile quei territori”.
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