La vicenda
Cantone vuole il bavaglio per il Riformista: “La magistratura è intoccabile”

Il direttore del Riformista Piero Sansonetti ha pubblicato un video editoriale in cui racconta che “Il procuratore di Perugia Raffaele Cantone ha chiesto al Csm di aprire una pratica a tutela dei magistrati della sua città. Questo si fa quando un magistrato è sotto tiro da parte di qualcuno e bisogna proteggerlo. In genere è una procedura di vantaggio per la carriera del magistrato poiché va a fare curriculum. Cantone l’ha aperta contro il Riformista, perché con gli articoli di Paolo Comi abbiamo riferito di alcune cose che non funzionano nel Palamaragate“.
Secondo Sansonetti i motivi sono tre: “Primo: tutti i Whatsapp sono arrivato al Csm con un anno di ritardo, e nel frattempo erano state fatte molte nomine e questi nomi non sono arrivati al Csm. Secondo: a noi risulta che nel fascicolo a carico di Palamara non ci siano gli sms. Cantone contesta questo. Noi sappiamo che gli sms non sono stati scaricati nel fascicolo, e anche Palamara non ha notizia in merito a questo aspetto. Cantone ci dovrà dire dove li hanno messi visto che nel fascicolo non ci sono. Terzo: abbiamo scoperto che il trojan nel cellulare di Palamara che funzionava tutte le sere dalle 19 in poi, una sola sera non ha funzionato quando Palamara è stato a cena con Pignatone e altri magistrati importanti per discutere della nomina a nuovo procuratore di Roma. Da chi fu spento e come? Noi abbiamo detto da chi fu spento e come fu spento e provato che fu spento intenzionalmente intralciando le indagini“.
“Invece di aprire una inchiesta sulla nostra denuncia – sottolinea Sansonetti – Cantone ha chiesto che intervenga il Csm per censurare il Riformista. Sono ormai gli stessi magistrati a ribellarsi. Recentemente oltre 50 magistrati hanno chiesto a Palamara di rendere noti i messaggi visto che la procura non lo fa. C’è una sfiducia addirittura degli stessi magistrati, figuriamoci dei cittadini nei confronti della magistratura che viene ritenuta non credibile, non attendibile“.
“Cantone ha preso questa iniziativa di chiedere che si attacchi il Riformista, cioè che si affermi il principio che la libertà di stampa deve avere un limite: si possono criticare tutti ma non i magistrati. Si possono dare notizie di ogni genere ma non sulla magistratura. Questo è il principio che vorrebbe affermare Cantone, probabilmente anche con una riforma costituzionale. Mi aspetto che l’Ordine dei Giornalisti – conclude Sansonetti – intervenga visto questo attacco violentissimo alla libertà di stampa, credo con pochissimi precedenti forse negli anni ’80. Quale è lo scopo di questa iniziativa? L’unico mi sembra quello di intimidirci, così come viene fatto attraverso le querele. Voglio dire a Cantone che io per carattere tenderei a farmi intimidiere, non ho mai pensato che la grande dote sia il coraggio, non tendo più a don Abbondio. Ma in Italia c’è un solo quotidiano che critica la magistratura quindi non posso permettermi il lusso di farmi intimidire se no si crea una situazione di regime, una cosa simile a quanto successo durante il fascismo“.
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