Caos al Giornale, “Nicola Porro nuovo direttore”: ma lui smentisce

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 12-09-2018 - Roma Spettacolo Presentazione della nuova Retequattro. Nella foto Nicola Porro Photo Vincenzo Livieri - LaPresse 12-09-2018 - Roma News Presentation of the new Retequattro. In the picture Nicola Porro

Sarà Nicola Porro il nuovo direttore de Il Giornale? Vallo a capire. Al momento è un giallo. A dare la notizia in mattinata era stato Dagospia. Lo stesso media che, a metà maggio, aveva dato la notizia delle dimissioni di Alessandro Sallusti dal quotidiano di proprietà della famiglia Berlusconi dal 1977. Sallusti è passato a Libero. Al Giornale era stato nominato a interim Livio Caputo.

Porro è vicedirettore del quotidiano. Sarebbe da considerare una scelta in continuità con la direzione di Sallusti. Un erede. Fonti de Il Riformista riferiscono degli sforzi profusi fino all’ultimo da Augusto Minzolini per arrivare alla direzione. Forse inutili, a quanto pare. Le trattative notturne avrebbero invece portato al giornalista e anchorman di Rete 4. Che però ha smentito.

“Mi stanno facendo un sacco di complimenti perché sarei diventato il direttore del Giornale. Vorrei rassicurare tutti quelli che mi fanno i complimenti, ma soprattutto chi teme il mio arrivo al Giornale che io non sto facendo il direttore perché non ho un contratto firmato. Come si diceva per qualcuno: la notizia è largamente prematura, sempre che sia vera…”, ha detto Porro, in un video rilasciato sui suoi profili social network e sul suo sito ufficiale. Una smentita però momentanea, come si evince dalle sue parole.

Porro e nato a Roma. Ha studiato Economia alla Sapienza. Conduce in prima serata su Rete4 Quarta Repubblica. È stato portavoce del ministro degli Esteri Antonio Martino. Quindi a Il Foglio di Giuliano Ferrara. Conduce ogni giorno una rassegna dei giornali molto seguita che si chiama Zuppa di Porro. Ha condotto programmi in prima serata sulla Rai e su Mediaset e in radio. Si definisce “liberale, liberista e decisamente libertario”.

IL CAOS- Notizia inaspettata che ha scatenato il caos quella di metà maggio. Sallusti si era dimesso lo scorso 18 maggio tornando alla casa “che hai già abitato e che vent’anni fa hai contribuito ad arredare, al fianco dell’architetto Vittorio Feltri”, come aveva scritto nel suo primo editoriale commentando una scelta “che fa un certo effetto, anche se da allora il mondo è cambiato assai più di quanto sia cambiato in questi travagliati anni lo spirito di Libero e del suo fondatore”.

Un addio dopo 12 anni. A Libero affiancato dal condirettore Pietro Senaldi e il direttore editoriale Vittorio Feltri. “Starà a noi – ha scritto Sallusti nel primo editoriale sulle vicende interne alla destra italiana – raccontare il travaglio necessario per provare a partorire, dopo dieci e passa anni di gestazione, un nuovo e credibile governo alternativo alla sinistra in salsa grillina che già ha fallito al suo primo, recente, tentativo targato Conte due”.

Obiettivo di Sallusti e dell’editore di Libero, il senatore di Forza Italia Antonio Angelucci, imprenditore con forti interessi nella sanità grazie alle sue case di cura riabilitative e cliniche private convenzionate sparse in tutta Italia, è quello di una svolta moderata.