Tre vie e tanta confusione. Il passo indietro di Luigi Di Maio non ha diradato le nubi nel cielo pentastellato. Nell’assemblea congiunta dei gruppi di martedì sera il reggente Vito Crimi e il nuovo capodelegazione al Governo Alfonso Bonafede assistono al confronto tra le diverse anime del Movimento. Sono in tanti a non credere alla terza via post-ideologica cara invece al ministro degli Esteri. C’è anche chi lamenta che sia ancora lui ad avere in mano le fila di tutto, controllando risorse e comunicazione. Saranno gli Stati generali a chiarire la direzione da prendere, ma ancora nulla è organizzato. Di certo c’è che il ‘congresso’ M5S si celebrerà dopo il referendum per il taglio dei parlamentari. La campagna referendaria “vedrà la comunità del Movimento 5 Stelle impegnata in tutte le piazze italiane per informare i cittadini sul referendum e invitarli a votare SI. Per questo, in condivisione con Vito Crimi, abbiamo deciso di posticipare di alcune settimane i nostri Stati Generali”, spiega Danilo Toninelli.

Tutta da decidere, quindi, la linea da tenere in vista delle elezioni regionali. Su Rousseau si aprono le candidature per i consiglieri di Campania, Marche, Veneto, Liguria, Puglia e Toscana. L’ultima postilla del post che spiega ai militanti come votare non è di poco conto: “La fase tecnica di acquisizione delle disponibilità degli iscritti a candidarsi come consiglieri regionali rimane in ogni caso collegata – si legge – ad ogni eventuale decisione politica assunta per i singoli territori regionali”.

La linea la dà bene Vincenzo Spadafora: “Oggi si presentano le candidature per il M5s alle regionali ma questo non esclude che si possa decidere di fare alleanze, anche con delle liste civiche. Si deve valutare l’opportunità laddove ci fossero le condizioni, di allearsi con altre forze”. Sono in tanti a spingere perché si trovi un accordo con i dem, in Campania (in pole ci sono i nomi di Sergio Costa e Raffaele Cantone) e in Veneto. Tra i parlamentari, qualcuno, come la deputata campana Flora Frate esce allo scoperto: “Non c’è spazio, nell’attuale polarizzazione delle forze in campo, per una ipotetica Terza Via. A patto, si intende, che questa non voglia significare la mera testimonianza elettorale, assolutoria per le coscienze ma ininfluente sul piano politico. Le prossime elezioni regionali rappresentano un appuntamento fondamentale per costruire un’alleanza larga ed inclusiva, soprattutto al Sud”, mette nero su bianco su Facebook . “Non è questione di vie, dobbiamo ricostruire prima la nostra identità”, ragiona invece qualcun altro. La rifondazione del campo, in crisi evidente, spetterà al nuovo capo politico. Fin qui nessuna candidatura è ufficiale. E se Spadafora non crede a un ritorno in campo di Di Maio e non esclude la possibilità di un leader donna (si fanno i nomi di Paola Taverna e Chiara Appendino), resta un mistero la posizione di Alessandro Di Battista. “Sta tornando in treno dall’Iran – sussurra qualcuno – avrà il tempo per rifletterci su”.

Redazione

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