Presentato ieri alla Camera dei deputati il IX Rapporto sullo stato dei diritti in Italia, progetto ideato e curato da A Buon Diritto Onlus. Un monitoraggio anno dopo anno di diciassette diversi diritti, che riporta le novità normative, le maggiori difficoltà riscontrate nel riconoscimento di quei diritti, le iniziative e le proposte da intraprendere per la loro tutela. Alla conferenza stampa, insieme a Valentina Calderone e Luigi Manconi, rispettivamente direttrice e Fondatore dell’Associazione, sono intervenuti i parlamentari Ouidad Bakkali (Pd), Riccardo Magi (+Europa) e Rachele Scarpa (PD) e le Senatrici Cecilia D’Elia e Susanna Camusso (Pd).

Come ci spiega Calderone: “Il monitoraggio è importante per capire non solo se sui diritti ci sono avanzamenti ma anche per evidenziare possibili arretramenti. Diritti che diamo per acquisiti rischiano spesso di perdere terreno. Pensiamo, ad esempio, all’aborto: per quanto sia scritto sulla carta, sappiamo che i tantissimi medici obiettori rendono difficile tramutare il diritto in realtà. O al diritto all’istruzione, depotenziato dalla possibilità di chiusura di molti istituti scolastici. Una questione sulla quale non si segnalano molti passi avanti, nonostante l’Italia possa vantarsi di aver abolito i manicomi, è quella relativa ai servizi di salute mentale a livello territoriale, per i quali si stanziano pochissimi fondi”.

Per quanto riguarda il capitolo “Prigionieri” si torna a parlare di sovraffollamento: “Se è vero – si legge nel Rapporto – che rispetto agli inizi del 2020 si è registrata una complessiva diminuzione del numero delle presenze in carcere grazie ai provvedimenti deflattivi introdotti nella prima fase pandemica, è altrettanto vero che il tasso di decremento si è progressivamente ridotto già dalla fine del 2020. In particolare a partire dall’estate 2021, con il depotenziamento delle misure deflattive pandemiche, il tasso di presenze in carcere ha ripreso a crescere, con un aumento di 310 presenze in soli 28 giorni da metà luglio”. Nella prospettiva della deflazione della popolazione detenuta e dell’arricchimento del ventaglio delle misure sanzionatorie diverse dal carcere,innovazioni significative sono apportate dalla riforma Cartabia. In merito all’ effettiva funzione rieducativa della pena stigmatizza il fatto che “su 1.779 ergastolani a giugno 2021 gli ostativi nelle nostre carceri erano 1.259, ovvero quasi il 71%, presumibilmente tutti destinati a morire in stato di detenzione”.

Su “Profughi e richiedenti asilo“il 2021 è stato l’anno con più decessi dal 2016: 3.224 persone hanno perso la vita nel tentativo di attraversare la frontiera europea. La rotta del Mediterraneo resta tra le più pericolose al mondo”. Anche l’anno scorso il nostro Paese “ha continuato a sostenere politicamente ed economicamente la guardia costiera libica, di cui da anni si denunciano le violenze e gli abusi perpetrati ai danni delle persone migranti. Per disincentivare e bloccare le partenze dalla Tunisia, l’Italia e l’Unione Europea hanno stretto con le autorità tunisine un accordo per implementare i rimpatri dei cittadini tunisini e allo stesso tempo rafforzare i controlli alla frontiera”.

Al termine della conferenza gli organizzatori hanno annunciato che già 30 parlamentari – tra cui Bonelli, Cuperlo, Fratoianni, Magi, Orfini, Schlein, Zampa, Zan – hanno sottoscritto “Il manifesto per il Parlamento dei diritti”, proposto da A Buon Diritto. Come ci spiega sempre Calderone “a partire dai diritti esaminati nel Rapporto si vuole creare anche un ponte tra le associazioni e la società civile e i parlamentari, per avere all’interno di Camera e Senato una sponda sensibile con cui provare a costruire iniziative, come aperture di commissioni di inchiesta – ad esempio una sui suicidi in carcere -, proporre emendamenti, atti di sindacato ispettivo, ritirare fuori dai cassetti vecchie proposte di legge”.

Proprio Riccardo Magi durante la conferenza ha dichiarato: “Grazie per questo strumento che attraverso un quadro sintetico ci fa vedere subito cosa occorre fare.  Sul tema dell’immigrazione negli ultimi cinque anni abbiamo assistito ad una delle più grosse mistificazioni in termini di informazione. Su questo tema ci sono strumenti in gran parte già a disposizione di questo Parlamento, come ad esempio la modifica della normativa nazionale sull’immigrazione, la Bossi-Fini. Avrete notato che dopo che questo governo ha fatto un exploit di violazione dei diritti, bloccando persone in mare e creando incidenti diplomatici, ora le parole del Ministro Piantedosi sono diverse, ossia sembra riconoscere che il problema vero sta nel regolamentare gli ingressi legali per motivi di lavoro. Una soluzione indicata dal Rapporto e che noi condividiamo è quella ‘Ero straniero’. L’altra questione è quell’asilo: ho proposto l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta che indaghi sull’attuazione dei rapporti tra Italia e Libia”.