Di fronte alle notizie di rivolte in corso nelle carceri, l’associazione Nessuno tocchi Caino – Spes contra spem rivolge un appello all’intera comunità penitenziaria, fatta di detenuti, dirigenti e operatori penitenziari, perché i comportamenti siano all’insegna della nonviolenza e del dialogo. L’appello è rivolto anche ai mezzi di informazione affinché facciano conoscere le misure adottate dal Governo volte a contenere la diffusione del virus nelle carceri. Su quest’ultimo punto è un segnale positivo che il decreto raccomandi alle autorità di valutare l’adozione di misure alternative di detenzione domiciliare (art 2 lettera u).
Per i responsabili dell’associazione Sergio d’Elia, Rita Bernardini ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente Segretario, Presidente e Tesoriere, l’umana reazione alla paura rischia di provocare errori madornali, come vediamo accadere in queste ore. Invitiamo tutti a desistere da reazioni violente convinti che non è questo il modo per mettersi al riparo dai pericoli. Occorre invece ponderare e restare vigili. Vale per chi ricopre ruoli dirigenziali e di custodia ed anche per i detenuti e i loro familiari. Per noi in questo momento è importante che tutti si attengano alle misure di precauzione sanitaria. E’ un momento che va anche colto per diffondere conoscenza e consapevolezza su quelle che sono le condizioni di vita in carcere affette, prima che dal COVID-19, dal problema del sovraffollamento. Un problema che a nostro avviso va affrontato con misure quali la #moratoria dell’esecuzione penale (tanto degli ordini di esecuzione pena che dell’esecuzione della pena stessa) ed anche l’amnistia e l’indulto a partire da chi deve scontare brevi pene o residui di pena da espiare, tenuto conto che ci sono 8.682 che hanno un residuo pena da scontare inferiore ai 12 mesi e altri 8.146 che devono scontare pene tra 1 e due anni.
Tuttavia, non è con la violenza che si possono ottenere misure di buon governo delle condizioni di vita in carcere. Non bisogna mai giocare al tanto peggio tanto meglio e tenere sempre presente che i mezzi che si adottano, se violenti o sbagliati, pregiudicano la bontà degli obiettivi e dei fini a cui si aspira.