La lotta intestina
Carico di aiuti ai drusi siriani, la mossa di Israele per evitare che Damasco guadagni la loro fiducia

La Siria è sempre più importante per il futuro della sicurezza di Israele e i drusi siriani sono fondamentali per proteggere lo Stato ebraico dai gruppi jihadisti. Per questo è iniziata una competizione tra il nuovo governo di Damasco e Israele per conquistare la fiducia di questa minoranza.
Nonostante l’annuncio di un accordo tra i rappresentanti della provincia siriana di Sweida e i funzionari della nuova amministrazione del paese, sono emerse notizie contrastanti riguardo alla sua sottoscrizione. In particolare si parla sui media siriani del ritiro dello sceicco Hikmat al-Hijri, il leader spirituale della comunità drusa, la maggioranza nella provincia, dall’accordo. L’intesa è stata scritta a mano e firmata per conto del governo di Damasco da Mustafa Bakour, il governatore facente funzione di Sweida. Una fonte locale ritiene che il documento pubblicato sui media non costituisca un accordo tra i notabili di Sweida, ma piuttosto delle richieste “ovvie”. Ha aggiunto che il documento non costituisce un “accordo definitivo” tra il governatorato e la nuova amministrazione siriana guidata dal presidente ad interim Ahmed al-Sharaa.
La fonte militare, che appartiene alla Brigata Jabal, ha proseguito: “Sono in corso i preparativi per formare un esercito e delle forze di sicurezza nella provincia, i cui membri provengano specificatamente dalla popolazione di Sweida”. Ha inoltre sottolineato che “qualsiasi accordo deve essere approvato dallo sceicco Al-Hijri per essere accettabile per la popolazione della provincia”. Nel frattempo il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha ordinato la consegna di pacchi alimentari contenenti aiuti umanitari per assistere i drusi in Siria. In un’operazione condotta nelle scorse settimane, sono stati consegnati 10mila pacchi di aiuti umanitari ai drusi siriani nelle zone di combattimento. L’operazione è stata condotta in coordinamento e cooperazione con il capo della comunità drusa, lo sceicco Tarif, e in collaborazione con il Consiglio religioso druso, l’esercito israeliano e altri elementi della zona. Le confezioni contengono alimenti di base, come olio, sale, farina, zucchero, riso e altro ancora. La maggior parte dei pacchi è stata trasportata a Jabal al-Druze a Sweida, mentre una parte è stata trasportata nei villaggi drusi vicino al confine.
Il ministro degli Esteri Sa’ar ha affermato in una nota: “Abbiamo una forte alleanza con i nostri fratelli drusi. È un grande onore aiutarli. Nelle zone in cui è sempre presente una minoranza, abbiamo bisogno e vogliamo aiutare altre minoranze”. Al-Hijri prima di firmare con Damasco aveva concordato le linee generali per la gestione degli affari del governatorato nel prossimo periodo e per l’integrazione dei drusi nella società siriana. Gli accordi, che sono soggetti al dialogo in corso tra il nuovo governo siriano e i drusi di Sweida, includono l’attivazione del sistema giudiziario, il rafforzamento della sicurezza, l’organizzazione e l’integrazione di elementi armati, il mantenimento della pace civile e la prevenzione dell’invasione della proprietà pubblica e privata, nonché un pacchetto di riforme finanziarie e amministrative per il governatorato. Il leader druso si è fermato però all’ultimo momento ed è atteso oggi sulle alture del Golan, a ulteriore dimostrazione del sostegno di Israele alla minoranza.
Si prevede un summit con lo sceicco Tarif e altri membri della comunità. Il ministro della Difesa israeliano Katz ha dichiarato questa settimana che ai drusi provenienti dall’altra parte del confine sarà consentito di entrare sulle alture del Golan per lavoro e che Israele sarà persino pronto a difenderli. Il governo siriano sta cercando comunque di concludere un accordo con i residenti e i notabili del governatorato di As-Suwayda, con l’obiettivo di integrarlo pienamente nelle nuove istituzioni dello Stato siriano, sulla falsa riga dell’accordo firmato lunedì scorso tra il presidente siriano e il comandante delle Forze democratiche siriane (SDF), a maggioranza curde, Mazloum Abdi.
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