Le elezioni europee si avvicinano e i partiti si stanno attrezzando per presentare delle liste competitive che possano superare la fatidica soglia del 4% per accedere al riparto dei seggi. Del resto, la scelta di candidati credibili è necessaria anche per spingere gli elettori a vincere la pigrizia crescente e la sfiducia nei confronti delle istituzioni, a maggior ragione quando queste come nel caso di Bruxelles o Strasburgo sono percepite come lontane dalla quotidianità e vissute solo come perfide matrigne. Così, mentre alcuni partiti e leader tirano fuori dal cilindro candidati che già godono di una loro visibilità e popolarità, è il caso del generale Roberto Vannacci che probabilmente lo ritroveremo nelle liste della Lega o della giornalista Lucia Annunziata che andrà, secondo i rumors, a capeggiare la lista del Partito Democratico nella circoscrizione meridionale, c’è invece chi come Carlo Calenda ha scelto di sfruttare l’audience del suo account X come amplificatore social delle prossime candidature di Azione.
Una soluzione innovativa per diverse ragioni che in pochi hanno notato e che non si era mai vista, almeno con questa regolarità di pubblicazioni. Infatti, non siamo di fronte a un semplice endorsement del leader nei confronti di un singolo candidato, ma di una precisa strategia editoriale: i singoli post infatti vengono prima pubblicati sull’account di Calenda e poi repostati dall’account di Azione. A oggi i post di presentazione sono in tutto nove, il primo è stato quello di Alessio D’Amato lo scorso 26 marzo, che ha ottenuto una copertura di 33.024 visualizzazioni e di 337 interazioni totali, mentre l’ultimo, pubblicato ieri mattina è quello di Giosi Ferrandino, euro parlamentare uscente eletto nel 2019 nella lista del PD, che ha incassato in meno di 24 ore 10.500 visualizzazioni e 109 interazioni, sommando per l’appunto like, commenti e repost.
La strategia di comunicazione del leader di Azione, a prescindere dai risultati effettivi che potrà portare al pallottoliere dei consensi che i singoli candidati raccoglieranno, è comunque utile per alcuni motivi. Intanto, vale la pena partire da un dato: dall’inizio dell’anno e fino al 5 aprile, la percentuale di engagement ottenuta dall’account X di Calenda è decisamente più consistente di quella degli altri leader politici. Infatti, la quota di coinvolgimento dei follower, 469.222 in tutto, è dello 0,92%, mentre per dare qualche numero comparativo, quella dell’account di Elly Schlein è dello 0,24%, Matteo Salvini è allo 0,22%, Giuseppe Conte invece raccoglie una quota percentuale dello 0,26% e Giorgia Meloni è allo 0,32%.
Premesso ciò, l’operazione “meet the candidates”, varata da Carlo Calenda è funzionale innanzi tutto a creare un senso di appartenenza motivata a una comunità politica, in quanto è il leader stesso che nel promuovere la singola candidatura ne attesta implicitamente una superiorità morale. In secondo luogo, questa scelta può generare un effetto motivazionale tra i candidati e le rispettive nicchie di sostenitori e in questa corsa a prendere più like al post i candidati moltiplicheranno gli sforzi a vantaggio della lista di Azione, e dell’engagement dell’account di Calenda. Infine, ma non per ultimo, c’è da considerare che le reputazioni dei candidati “socializzate” fino qui da Calenda possono traslocare un effetto positivo nella percezione che i cittadini e gli elettori hanno di Azione. Se un ex Capo di Stato Maggiore della Difesa, come il generale Vincenzo Camporini, si candida un motivo valido ci dovrà pur essere, oppure se Leonardo Lotto, il cui post ha ottenuto il numero maggiore di visualizzazioni, 96.810, si candida nella circoscrizione nord-occidentale, questo probabilmente spingerà altri a fare altrettanto.