"Lo svantaggio è nell’età"
“Carlo III sarà il re nonno, la sua fortuna è William ma guai a parlare di politica”, parla il professor Sassoon

Che sovrano sarà Carlo III? E cosa ha rappresentato per il Regno Unito Elisabetta II? Il Riformista ne discute con uno dei più autorevoli storici inglesi, il professor Donald Sassoon, allievo di Eric Hobsbawm. già ordinario di Storia europea comparata presso il Queen Mary College di Londra.
Professor Sassoon, cosa ha rappresentato la regina Elisabetta II nella storia del Regno Unito?
Ha rappresentato l’evoluzione di un simbolo. I simboli per rimanere tali non devono essere fissi. Devono adattarsi ai tempi. Elisabetta II è riuscita a modernizzarsi lentamente. Sempre un po’ indietro fino a quando tutti si sono adattati e poi lei ha seguito. Ad esempio, il suo accento. Se uno ascolta la regina come parlava negli anni ’50, lei si esprimeva in un modo super aristocratico, come parlavano gli aristocratici dell’epoca. Se oggi qualcuno sentisse il suo parlare dell’epoca si metterebbe a ridere. Lei ha cambiato il suo accento, ovviamente è rimasto l’accento delle classi alte, ma di quelle borghesi non delle classi aristocratiche. In questo modo ha anche dimostrato di come fosse in grado di rimanere a contatto con i suoi sudditi. Aveva capito che doveva essere popolare. E per esserlo, non dove apparire superba, distante. E nello stesso tempo doveva rimanere intoccabile. E’ una cosa difficile da gestire. Essere sopra a tutti ma non troppo. Lei c’è riuscita.
Guardando al futuro. Le chiedo: che re sarà Carlo III?
Premesso che nessuno può prevedere il futuro, direi che probabilmente rimarrà nella scia di sua madre. Lo svantaggio è nell’età.
In che senso, professor Sassoon?
Quando Elisabetta divenne regina, io avevo 7 anni. Ho visto l’incoronazione in Tv, una delle prime dirette dell’Eurovisione. Questo per dire che sono cresciuto con la regina. Invece un uomo che ha più di 70 anni e che diventa re, è il nonno di tutte le nuove generazioni che non possono avere per lui lo stesso rispetto e soprattutto la stessa comunanza di chi è cresciuto con Elisabetta II. Questa è una delle sue difficoltà. Oltre al fatto che la regina aveva capito subito che non doveva fare commenti politici, alimentare polemiche o prendere posizioni che avrebbero potuto incrinare il feeling con la gente. Ma questo si può fare quando si ha davanti a sé cinquant’anni di regno, settant’anni nel suo caso. Ma nel caso del principe Carlo, lui non poteva restarsene zitto per tutta la vita, semplicemente perché sua madre era la regina. Soprattutto se sei circondato dalla mattina alla sera da fotografi, giornalisti che lo tempestano di domande e ogni sua dichiarazione viene riportata su tutti i giornali e non solo in Inghilterra. Difficilmente avrà un’aurea di simbolo. Ma questo era inevitabile. La sua fortuna è che nello scompiglio totale di questa famiglia reale, dove divorziano, litigano, dove uno dei principi era amico di Jeffrey Epstein… Restano William e Kate, che sono ideali per la successione, la quale avverrà forse tra dieci, quindici anni, comunque non certo tra settant’anni ma nemmeno a breve.
Su quale Regno regnerà Carlo III?
La Gran Bretagna è alle prese con la crisi più forte da quando fu incoronata Elisabetta II. Abbiamo superato Suez nel ’56. Abbiamo superato la decolonizzazione. Abbiamo superato tutti gli ostacoli per entrare nell’Unione europea. Adesso siamo nel mezzo di una tempesta perfetta: le conseguenze del Covid, le conseguenze della Brexit, le conseguenze dello scontro con l’Unione europea sull’Irlanda del Nord e le ricadute durissime sul piano economico e sociale dell’inflazione e dell’aumento del costo della vita. Su nessuna di queste cose il re è tenuto a pronunciarsi. Però il primo ministro sì. E a quel punto Carlo III, che su molti temi tra i più scottanti si è espresso pubblicamente e a volte con posizioni critiche, come si comporterà ora che ha una corona sulla testa?
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