Caronavirus, un caso sospetto tra i 56 italiani rimpatriati: accertamenti allo Spallanzani

Sono in corso accertamenti su un italiano rientrato nei giorni scorsi da Wuhan in Cina, nell’ambito delle misure di controllo sui 56 italiani rimpatriati, ed attualmente in isolamento nella città militare della Cecchignola a Roma.

Secondo quanto si apprende dal Ministero della Salute, le analisi condotte sui tamponi, hanno evidenziato questa mattina un sospetto caso di coronavirus 2019-nCoV. Conseguentemente, sono stati decisi ulteriori accertamenti da eseguire sul soggetto che verrà trasferito e posto in isolamento all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma.

L’uomo è appena giunto presso l’Istituto Spallanzani di Roma per effettuare ulteriori accertamenti.. L’Ares 118 ha portato a termine il trasporto in biocontenimento con la Centrale operativa di Roma”. Lo rende noto l’Assessore alla Sanità e l’Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

CRITICHE LE CONDIZIONI DELLA COPPIA CINESE –  Risultano stabili, e quindi acora critiche, le condizioni della coppia di turisti cinesi, positivi al coronavirus e ricoverati da venerdì 31 gennaio all’ospedale Spallanzani di Roma. Le condizioni della coppia si erano aggravate due giorni fa e attualmente si trovano in terapia intensiva. “I due cittadini cinesi provenienti dalla città di Wuhan, positivi al test del nuovo Coronavirus, continuano a essere ricoverati nella terapia intensiva del nostro Istituto. Le loro condizioni cliniche restano invariate, con parametri emodinamici stabili. La prognosi resta tuttora riservata”, si legge nel bollettino medico diramato oggi dallo Spallanzani.

TERAPIA SPERIMENTALE – I due coniugi cinesi “ricevono dal 4 febbraio terapia antivirale sperimentale. Tali farmaci sono indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come i più promettenti sulla base dei dati disponibili”. “Il lopinavir/ritonavir – spiegano i medici dello Spallanzani – è un antivirale comunemente utilizzato per l’infezione da hiv che mostra attività antivirale anche sui coronavirus. Il remdesivir è stato ottenuto grazie alla disponibilità dell’azienda farmaceutica produttrice, attraverso una procedura effettuata tempestivamente grazie all’impegno del Comitato Etico del nostro Istituto, dell’Aifa, delle dogane, e dell’Usmaf di Milano Malpensa. Il remdesivir è un antivirale già utilizzato per la malattia da virus Ebola, ed è potenzialmente attivo contro l’infezione da nuovo coronavirus”.

I DATI – Le ultime cifre a Pechino parlano di 563 morti e di 28.018 casi confermati di coronavirus in Cina. Hong Kong ha avuto 21 casi, incluso un decesso. Macao ha avuto 10 casi. La maggior parte dei decessi è avvenuta nella provincia centrale di Hubei, dove il nuovo coronavirus è stato rilevato per la prima volta a dicembre. Un morto c’è stato anche nelle Filippine. Sarebbe quindi salito a 565 il bilancio delle vittime nel mondo.