L'ex portavoce di Palazzo Chigi resta fedele a Conte
Casalino non lascia ma raddoppia: “Il mio futuro? Forse in Parlamento. Il discorso di Draghi manca di empatia”

“Nel mio futuro vedo ancora la politica, forse un ruolo parlamentare”. Così Rocco Casalino, l’ex portavoce di Palazzo Chigi in un’intervista a Sky Tg24 annuncia di non avere intenzione di ritirarsi dalla politica. “Già in passato avevo pensato a candidatura ma poi ho sempre rinunciato, forse ho paura del giudizio degli elettori, un po’ di paura di mettermi in corsa”, ha detto.
E non manca di consegnare a Draghi e alla sua nuova portavoce critiche sull’operato che un tempo era nelle sue mani: “Draghi è rimasto nel suo stile, non c’è stato nessun lavoro di un esperto di comunicazione. Molto naturale, non studiato, un discorso lungo. Ma un po’ di elite. Manca un po’ di empatia secondo me”.
A pochi giorni dall’uscita del suo libro “il Portavoce”, Casalino continua il suo tour televisivo parlando della sua vicenda personale e professionale. Quest’ultima continuerebbe a essere legata a Giuseppe Conte. “Dipende anche da cosa farà lui – dice il grillino credo di aver servito lo Stato e imparato tante cose, il flusso naturale potrebbe essere il Parlamento”.
A proposito di un possibile ruolo di leader della coalizione M5S-Pd-Leu per Giuseppe Conte ha detto: “Sento spesso il presidente, ora è in una fase in cui sta facendo diverse valutazioni, siamo usciti da pochi giorni da Chigi e deve fare un suo percorso. La mia impressione è che se dovesse assumere un ruolo alla Prodi, so per esperienza che se un leader non dà un riferimento diretto a un partito e non si sporca le mani in campagna elettorale, dicendo semplicemente ‘votate la coalizione’, chi vota M5S continua a votare M5S, chi vota Pd continua a votare Pd, chi vota Leu, Leu. Adesso abbiamo ancora un gap con il centrodestra di 7-8 punti e quelli non si recuperano con un leader di coalizione: serve un leader di partito”.
E rimane invariata la sua fiducia e stima per l’ex premier: “L’unico presidente del Consiglio nella storia della Repubblica che ha mantenuto un consenso alto nei tre anni in cui ha governato è Giuseppe Conte. E c’era questo trend anche prima della pandemia, quindi non c’entra la pandemia. Ora vediamo Draghi: è partito con un consenso altissimo, ora già potrebbe calare perché non a tutti piacciono i ministri che ha scelto”.
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