Non sono un fautore delle querele per diffamazione. Non sono neppure un fautore delle condanne. Però questa volta vi parlo di una sentenza che in qualche modo va capita, interpretata. Il tribunale civile di Padova ha condannato “Il Fatto Quotidiano” e tre giornalisti, tra cui il direttore Marco Travaglio e altri due, per una serie lunga di cinque articoli diffamatori nei confronti di Maria Elisabetta Alberti Casellati. La presidente del Senato non ne ha più potuto di questa campagna martellante in cui la facevano comparire come un’imbrogliona. Ora il Fatto è stato condannato a risarcirla per 25mila euro in solido più altre spese processuali.

Non è che uno gode perché il Fatto e Travaglio sono stati condannati. Però bisogna notare che il Fatto e Travaglio godono della impunità nei confronti di questioni giudiziarie perché pensano di essere rappresentanti della magistratura, quasi dei magistrati associati. Per cui pensano: ‘condanneranno mai noi che siamo equiparabili a dei magistrati, che chiediamo le condanne di tutti’. Non solo, ma loro tutte le volte che capita querelano e cercano di ottenere condanne anche di altri giornalisti.

Qua la cosa è un po’ diversa perché la presidente del Senato ha anche il suo buon nome da difendere e l’ha difeso in sede civile ma Travaglio con il Fatto querelano dei colleghi che hanno opinioni diverse dalle loro. Anche in questo caso si tratta di una sentenza politica perché si sono accaniti contro la Casellati per parlare all’area dei Cinque stelle. L’intero gruppo dei Cinque Stelle al momento dell’elezione della presidente del Senato, per far dispetto ad altri, la elesse.

Ma la cosa che mi interessa di questa sentenza è anch’essa politica perché dimostra quello che sta venendo fuori da tempo e che solo il Riformista ha fatto notare. Nel momento dello sciopero dei magistrati, i magistrati si sono divisi 52% e 48% cioè stanno cambiando, una parte dei magistrati vuole tornare alla legge e alle regole. Basta con l’uso politico della giustizia, perché quello sciopero era tutto politico.

E allora io vi dico che questa sentenza è importante perché fa vedere che qualcosa sta già cambiando nella magistratura. Allora andate a votare questi referendum sulla giustizia il 12 giugno per accelerare questo cambiamento. Sosteniamo la parte dei magistrati che fanno sentenze giuste e cerchiamo di ributtare nel passato quei magistrati che in combutta con quel mondo giustizialista rappresentato dal Fatto in realtà vuole solo sentenze e pronunciamenti politici.

Ultima annotazione giornalistica, il Fatto è stato condannato, non godo e non mi diverto ma il giorno dopo sul giornale hanno preteso di scrivere “abbiamo vinto”. Avete perso, non avete vinto. Allora qui siamo di fronte alla contraffazione perfino delle notizie, anche questo deve finire.

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Direttore editoriale di Riformista.Tv e TgCom