Pier Ferdinando Casini è stato tra i primi e anche tra i pochi a felicitarsi senza mezzi termini per la scelta di Luigi Di Maio come inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico. Un’eccezione, in una polemica che aveva criticato la decisione dell’Alto Rappresentante della Politica Estera di Bruxelles Josep Borrell che aveva definito “il candidato più adatto” l’ex ministro, ex leader del Movimento 5 Stelle. “È sempre troppo forte la tentazione di una rivalsa nei confronti di potenti che sono caduti in disgrazia. Gli stessi impegnati nel servizio permanente di ossequi sproporzionati, si convertono di colpo nei detrattori più accaniti. L’ho sperimentato decine di volte nella mia vita politica”, ha osservato Casini in un’intervista a Il Corriere della Sera.

La scelta di un italiano dovrebbe essere motivo di soddisfazione per tutti e le nostre beghe non dovrebbero essere esportate. Vale per la destra come per la sinistra che, per esempio, sbaglia quando utilizza il parlamento europeo per criticare il governo italiano. Io mi sono rallegrato, a suo tempo, per la scelta di Tajani come vicepresidente della Commissione così come recentemente per la nomina di Gentiloni a commissario economico. Perché non dovrei congratularmi per la nomina di Di Maio?”.

Stoccata senza mezzi termini alle critiche della Lega, il partito più duro di tutti con l’ex alleato. “Con Di Maio è stata al governo con Conte e con Draghi premier… Mi viene da dire che tanta indignazione potevano manifestarla quando lo sostenevano nei suoi ruoli istituzionali”. Sui requisiti richiesti si è espressa una Commissione, sulla scelta dell’Alto Rappresentante Josep Borrell è “ingenuo” pensare che “abbia indicato un nome senza aver prima verificato il gradimento di quei paesi”. Il ruolo è infine tecnico e non ha nulla a che fare con il tonfo alle elezioni politiche e con cariche appunto elettive come possono essere quelle di governo.

“E poi diciamo la verità? Di Maio ha avuto almeno due fasi. Nella prima ha interpretato un’antipolitica sciocca e dannosa come i fatti hanno dimostrato. Ma c’è un secondo Di Maio che si è applicato alla scuola della Farnesina e che è stato un ministro capace e serio. Vogliamo vivere permanentemente con sentimenti di vendetta e revanscismo?”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.