Nuovi sviluppi sul caso di Andrea Delmastro Delle Vedove, rinviato a giudizio con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio. Dalle carte della procura – diffuse dal Corriere della Sera e da Repubblica – emerge la strategia della difesa del sottosegretario alla Giustizia. “In quanto deputato ritenevo che Donzelli avesse diritto a ricevere informazioni che erano contenute in una relazione a divulgazione limitata ma non segreta. Per me la “limitata divulgazione” riguarda la catena del Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ndr ) ma non ha efficacia nei confronti del decisore politico… Non ho detto a Donzelli che c’era la clausola di “limitata divulgazione” perché per me non c’era nessun segreto”, si legge.

Il caso Delmastro

Andrea Delmastro, secondo l’accusa, avrebbe fornito al collega di partito in Fratelli d’Italia, Giovanni Donzelli, informazioni sui colloqui con alcuni detenuti di mafia e camorra dell’anarchico Alfredo Cospito, visitato da quattro deputati del Partito Democratico durante il suo sciopero della fame. Informazioni che successivamente sono state usate da Donzelli per attaccare i deputati del Pd in Aula a Montecitorio. Per la procura, Delmastro avrebbe “violato il dovere di segretezza imposto” ad atti “non accessibili per ragioni di ordine e sicurezza pubblica”.

Le notizie sono contenute in un’informativa degli agenti del Gom, responsabili della sorveglianza dei detenuti al carcere duro nel penitenziario di Sassari. Un’informativa per cui è stata imposta una certa fretta di trasmissione a Roma, in via Arenula, al ministero della Giustizia.

Informazioni su Cospito, la pressione sul Gom

L’allora capo del Gom, Mauro D’Amico, ha infatti raccontato ai pm cosa è successo: “La sera della domenica 29 gennaio mi ha telefonato il dottor Russo (il capo del Dap) dicendomi che era necessario redigere un appunto su Cospito, poché avrebbe dovuto inviarlo in via Arenula con urgenza”. Come se non bastasse, anche il giorno dopo dal Dap arrivarono altri solleciti: “Continuavano a premere per ottenere la relazione… L’ho fatta partire in ‘riservato’ a mezzo motociclista. Mentre il motociclista partiva, le chiamate della segreteria generale insistevano, sino a che non hanno richiesto la trasmissione in word”.

D’Amico, quindi, ha inviato un’email al Dap: “Il plico cartaceo è partito con la modalità “riservato” per proteggere il personale che aveva relazionato dai vari istituti, e la nota con e-mail in modalità “limitata divulgazione””.

Il rinvio a giudizio di Delmastro

Proprio questa pressione e fretta avrebbe spinto il gup, Maddalena Cipriani, a rinviare a giudizio il sottosegretario, nonostante la procura di Roma avesse chiesto il proscioglimento. La prima udienza del processo è ora fissata per il 12 marzo.

Redazione

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