Sei mesi di carcere e appalti persi, dopo sei anni "il fatto non sussiste"
Caso Consip chiuso, restano i danni per Romeo e le sue aziende
Caso Consip. Caso chiuso. Alfredo Romeo è stato assolto. Restano sul tavolo anni di gogna mediatica e danni enormi. Danni personali e danni per l’azienda. Oggi è il giorno dopo. Il giorno dopo la sentenza: assolto perché il fatto non sussiste. “Il Tribunale ha accertato che non ho turbato la più grande asta d’Europa – ha commentato l’imprenditore napoletano – Però oggi l’informazione, che per anni ha guidato la gogna mediatica contro di me, tace e nasconde l’assoluzione. Questo è il problema del circo mediatico-giudiziario che ha inquinato negli ultimi decenni le regole della democrazia e il corretto funzionamento dei rapporti tra Stato e mondo imprenditoriale. Ora mi rimetto a lavoro con tre obiettivi: il primo è quello di recuperare il danno subito da me e dalla mia azienda, un danno economico di centinaia di milioni di euro. Il secondo obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’informazione che oggi in Italia è bassissima. Il terzo obiettivo è contribuire alle riforme della giustizia. Come? Dando dignità al valore costituzionale del garantismo”.
Obiettivi ambiziosi… non il primo forse, ma gli altri due di certo. Perché come si cambia il modus operandi di una stampa giustizialista e faziosa che si nutre di populismo? È difficile, certo, ma non impossibile. E questo è un obiettivo importante e non dovrebbe essere solo uno degli obiettivi di Romeo. Perché la stampa dovrebbe essere libera e imparziale, dovrebbe avere il coraggio di scrivere la verità sempre e di proteggere i protagonisti delle storie che racconta. E veniamo al garantismo, terzo obiettivo dell’imprenditore finito al centro di una gogna mediatica durissima in questi ultimi anni. Il garantismo.
Cos’è il garantismo? Principio dello stato di diritto che si concretizza nell’esistenza di un insieme di garanzie costituzionali atte a tutelare le fondamentali libertà dei cittadini nei confronti del potere pubblico (e, in particolare, nei confronti del potere giudiziario). E ancora, difesa a oltranza dei diritti, o meglio degli interessi, del singolo o delle categorie nei confronti delle esigenze di funzionalità e di efficienza delle istituzioni. Garantismo vuol dire anche innocenza fino al terzo grado di giudizio, vuol dire rintracciare le motivazioni, avere il coraggio della verità, confrontarsi su un terreno neutrale. L’opposto del garantismo? Il concetto trova il suo opposto nella passione punitiva: il populismo giustizialista comporta l’accantonamento del principio di stretta legalità e, con esso, del sistema delle garanzie a tutela dell’imputato. È il ritratto della società di oggi e della stampa che la racconta. Che quest’assoluzione sia un promemoria: la magistratura può sbagliare (e spesso sbaglia), si è innocenti fino a prova contraria, la gogna mediatica non è cosa buona e giusta, la stampa deve essere libera e garantista.
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