Gli incredibili retroscena dell'indagine
Caso Consip, le perquisizioni con preavviso di Scafarto: “Stiamo arrivando, faccia quel che deve fare…”
Sapete cos’è una perquisizione decisa dalla magistratura? È tipicamente un atto a sorpresa. La sua caratteristica è questa: prendere alla sprovvista l’indiziato. Se manca l’elemento sorpresa la perquisizione non vale niente. Questa è la premessa. Ora vi racconto una storia che è emersa, ed era spersa tra le carte del processo Romeo.
Ma per essere assolutamente chiaro, prima occorre una seconda premessa: chi è Romeo? L’imprenditore napoletano accusato di avere dato dei soldi a un certo Marco Gasparri, funzionario della Consip, anche se di questi soldi non è stata mai trovata traccia né è stata trovata traccia di eventuali piaceri che questo Gasparri potrebbe aver reso a Romeo. (Alfredo Romeo è anche editore di questo giornale, ogni volta che scrivo di lui lo ripeto, perché magari qualcuno può sospettare che io sia fazioso. Non credo di essere fazioso, anche se è ovvio che sono amico di Romeo. Solo che mi innervosisco quando contro gli imputati scopro che esistono manovre di accusa francamente intollerabili. E non certo solo nei confronti di Romeo. Purtroppo, per vecchia abitudine, i giornali, quasi tutti, si mettono sempre dalla parte dell’accusa e ignorano le ragioni della difesa).
Quali indizi o prove ci sono della colpevolezza di Romeo? Solo le accuse, appunto, di questo Marco Gasparri, che ha sostenuto di avere ricevuto dei soldi da Romeo (prima ha detto 100 mila euro, poi ha detto forse molto meno) ma non ha saputo indicare quando e come, né dove li ha messi, né se c’era qualche testimone. Né ha potuto spiegare come mai nelle intercettazioni di tutti i colloqui che lui ha avuto con Romeo non si sia mai parlato né di soldi né tantomeno di favori. Gasparri, dopo essersi autoaccusato e avere in questo modo provocato l’imputazione di Romeo, è stato licenziato da Consip ed ha stabilito un rapporto di lavoro con l’azienda che, grazie alle sue accuse, aveva ottenuto la revoca di un appalto a Romeo e l’assegnazione di quell’appalto a se stessa. Chiaro? No, non voglio insinuare niente, per carità: chiedevo solo se è chiara la successione degli avvenimenti.
E questa era la seconda premessa. Qual è la novità? Dalle intercettazioni depositate dalla Procura, e che riguardano un processo Consip parallelo a questo, si sono scoperte diverse cose che riguardano Gasparri e le indagini. Vi racconto qualcuna di queste cose. Il maggiore Scafarto (il famoso maggiore Scafarto, che era l’uomo del Noe incaricato di coordinare le indagini Consip, e che poi si scoprì che aveva “taroccato” o comunque sbagliato alcune informative) un pomeriggio di dicembre del 2016 (il giorno 7) ebbe l’incarico di perquisire case e uffici di Gasparri. Cosa fece, per mantenere la sorpresa, come prevede la legge? Telefonò a Gasparri e gli disse di andare da lui in caserma. Qui lo avvertì che doveva perquisirgli casa e ufficio e prima di perquisire casa disse a Gasparri di avvertire sua moglie, che era a casa. Gasparri telefonò a sua moglie e l’avverti, lei si agitò un po’, allora Gasparri gli passò Scafarto il quale la tranquillizzò. Le disse che era una cosa semplice semplice, che non sarebbero arrivati prima di mezz’ora, e che intanto lei facesse quello che doveva fare. Cosa doveva fare la signora? Beh questo lo lascio supporre a voi, io mi limito a dirvi cosa si è scoperto con queste intercettazioni che erano state sepolte tra le carte di un altro processo.
Dopodiché lo stesso Gasparri telefonò all’avvocato Siddi il quale gli rispose di stare tranquillo, che lui già sapeva tutto perché in quel momento era proprio nell’ufficio del Pm Woodcock, e poi gli disse di non fare cazzate, di non agitarsi e di nominarlo subito quale suo difensore. Proprio così. E cosa ci faceva l’avvocato, non ancora nominato, nell’ufficio di Woodcock, e come mai sapeva della perquisizione ( a sorpresa…) prima che lo avvertisse Gasparri? Chi gliel’aveva detto? Era una cosa legale dargli questa informazione? Adesso io non voglio essere malizioso, ma se magari uno che è un po’ più malizioso di me legge queste cose e se nessuno gliele smentisce, e se è vero che sono nelle intercettazioni depositate dalla Procura, magari questo tizio più malizioso di me si insospettisce e gli viene il dubbio che questa deposizione di Gasparri – nella quale si è autoaccusato patteggiando poi una piccola pena ed ha accusato Romeo – sia stata concordata, organizzata, teleguidata?
Beh questo signore più malizioso di me è veramente troppo sospettoso. Io mi dissocio. Anche se è vero che poi ci sono altre intercettazioni, prese poche ore dopo la perquisizione, nelle quali l’avvocato avverte Gasparri che dovrà rendere la sua deposizione il giorno 16 dicembre, e Gasparri gli risponde che no, a lui hanno detto il 12. Ma come è possibile? Il Pm ha concordato con l’avvocato – non ancora nominato – dell’imputato la deposizione nella quale Gasparri si autoaccuserà? E l’avvocato lo fa senza nemmeno consultare il suo assistito (futuro assistito)? E la data del 12 chi l’ha detta a Gasparri? Scafarto durante la perquisizione? Quindi era già concordato questo interrogatorio (che poi si svolse effettivamente il 16 dicembre)? Tra chi e a quali condizioni? E quali sono le cazzate che l’avvocato rimprovera a Gasparri? E cosa dovrà dire Gasparri ai Pm?
Capite che sono domande molto imbarazzanti. Non solo gettano una discreta ombra sulla attendibilità di Gasparri, ma anche sul comportamento del Pm e del maggiore Scafarto. È tutto legale quello che hanno fatto? È legittima una perquisizione concordata? Si può avvertire telefonicamente la moglie del perquisito e dirle: “faccia quello che deve fare”? Si può avvertire un avvocato che un suo amico sarà perquisito? Si può concordare con lui la data di un interrogatorio? Boh.
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