La difesa del sottosegretario
Caso Cospito, Delmastro interrogato due ore in Procura tira dritto: “A Donzelli nessuna rivelazione, atto non secretato”
Andrea Delmastro tira dritto, forte dell’appoggio politico ricevuto nelle scorse settimane dalla premier e capo partito Giorgia Meloni e dal ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Il sottosegretario proprio del dicastero di via Arenula è stato interrogato per circa due ore questa mattina dai pm della Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato l’esponente di Fratelli d’Italia per rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio per la vicenda relativa all’intervento alla Camera del collega di partito e vicepresidente del Copasir Giovanni Donzelli sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito.
Secondo quanto riferisce l’Ansa, Delmastro avrebbe confermato la tesi dell’esecutivo: nessuna rivelazione a Donzelli del dossier utilizzato strumentalmente dal collega per attaccare i deputati del Partito Democratico che erano andati a visitare Cospito detenuto al 41 bis nel carcere di Sassari, documenti che in ogni caso non erano secretati.
Delmastro, difeso dall’avvocato Giuseppe Valentino, avrebbe risposto a tutte le domande del procuratore Francesco Lo Voi al quale ha annunciato che a breve depositerà una memoria.
L’inchiesta nasce da un esposto presentato dal deputato dei Verdi, Angelo Bonelli, dopo la lettura in aula da parte di Donzelli del dialogo tra Cospito e due esponenti della criminalità organizzata rinchiusi come lui in regime di carcere duro nel penitenziario di Sassari: il camorrista Francesco Di Maio e lo ‘ndranghetista Francesco Presta.
Quelle parole facevano parte di una relazione del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, rivelata da Delmastro al collega, con cui condivide un appartamento a Roma, ritenendoli atti non segreti.
Tesi confermata dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, che ha prima parlato di documenti “sensibili” e poi è intervenuto più volte in Parlamento, l’ultima nella giornata di mercoledì, per difendere Delmastro e Donzelli. Il Guardasigilli 48 ore fa ha definito quel dossier né classificato né secretato ma “a divulgazione limitata”.
Nei giorni scorsi la Procura ha ascoltato il direttore del Dap Giovanni Russo. Da quest’ultimo sarebbe arrivato una precisazione importante: la relazione della polizia penitenziaria non fu inviata a Delmastro per ragioni d’ufficio, ma perché lo stesso sottosegretario la chiese a più riprese, e con una certa insistenza.
Vicenda che ha spinto le opposizioni, in testa il Partito Democratico col suo segretario Enrico Letta, a chiedere le dimissioni di Delmastro e Donzelli: “Abbiamo da subito chiesto le dimissioni di Delmastro e Donzelli per la gravità politica e istituzionale del loro comportamento. Le parole di Nordio in Aula hanno aggravato la loro situazione. Le dimissioni sono l’unica via d’uscita a prescindere dalle decisioni dei magistrati“, scrive su Twitter Letta.
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