La sorte di Alfredo Cospito l’anarchico in sciopero della fame da 46 giorni per protestare contro il carcere duro dell’articolo 41bis, sarà decisa dalla Corte Costituzionale. La corte d’Assise d’appello di Torino ha infatti inviato le carte del processo, sospendendolo, alla Consulta. I giudici hanno accolto la richiesta dell’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini secondo il quale l’articolo 285 che permette di dare l’ergastolo per gli attentati stragisti anche senza morti e senza feriti confligge con il principio della proporzionalità della pena.

La decisione sulla concessione o meno delle attenuanti spetta alla Consulta. Nel caso in cui la Corte Costituzionale dovesse dire di sì alla tesi della difesa, Cospito non rischierebbe più l’ergastolo ostativo ma una condanna compresa tra 21 e 24 anni. La lunga giornata di udienza era stata caratterizzata da dichiarazioni spontanee di Alfredo Cospito rese in due puntate sia per ribadire che i pacchi bomba di Fossano erano atti dimostrativi impossibilitati a uccidere sia per affermare di non essere “un professionista di esplosivi, un sanguinario o il capo di tutte le cose anarchiche che accadono nel mondo”. Un chiarissimo riferimento all’incendio dell’auto di Susanna Schlein ad Atene senza citare direttamente l’episodio per il quale mondo politico e giornalisti in Italia lo avevano tirato in ballo con una determinazione e una ferocia degne di miglior causa.

“La magistratura italiana ha deciso che troppo sovversivo non potevo avere più la possibilità rivedere le stelle, la libertà. Si è preferito l’ergastolo ostativo con l’assurda accusa di aver commesso una strage politica per due attentati dimostrativi in piena notte in luoghi deserti che non dovevano e non potevano ferire o uccidere nessuno – sono le parole dell’anarchico – Condannato in un limbo senza fine, in attesa della fine dei miei giorni. Non ci sto e non mi arrendo ma continuerò il mio sciopero della fame fino all’ultimo mio respiro per far conoscere al mondo gli abomini repressivi di questo paese”. Cospito ha parlato anche di “processo politico alla nostra identità di anarchici teso a una pena esemplare, non riuscirete mai a spegnere l’anarchia”.

Le parole dell’imputato hanno infiammato il gruppo di anarchici seduti tra il pubblico che hanno urlato “libertà, libertà “ e “vergogna”. Fuori dal palazzo di giustizia al presidio in solidarietà con Cospito è seguito un corteo durante il quale c’è stata una rissa con un giovane barista che voleva impedire le scritte sul muro esterno del locale con la vernice. In aula il procuratore generale Francesco Saluzzo ha sollecitato la condanna all’ergastolo per Cospito con isolamento diurno di dodici mesi e 27 anni e un mese per Anna Beniamino, sua compagna. Il Pg ha ricordato anche la condanna passata in giudicato irrogata a Cospito per aver ferito l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi. Si tratta di un’azione che Cospito rivendica e della quale si dichiara responsabile mentre non accetta l’accusa per i pacchi bomba di Fossano che respinge su tutta la linea.

L’avvocato difensore Flavio Rossi Albertini propone l’eccezione di costituzionalità e fa rilevare che non si possono messere sullo stesso piano l’azione di Fossano addebitata a Cospito con le stragi di Brescia, Piazza Fontana e Gioia Tauro. A commento della decisione dei giudici torinesi il legale dice che si tratta di un passo in avanti. Oltre alla scelta della Corte Costituzionale, Cospito attende la decisione del tribunale di sorveglianza sul reclamo contro l’applicazione del 41bis, per far cessare immediatamente il blocco della corrispondenza in entrata e in uscita, e quello delle ore d’aria limitate a solo due in un cubicolo dal quale non si vede il cielo. Insomma per porre fine alla tortura.