Equalize, l’agenzia milanese di business intelligence forniva documenti riservati a Report? L’articolo con cui Luca Fazzo sul Giornale ha rivelato il legame diretto tra gli ‘spioni’ finiti sotto inchiesta e Sigfrido Ranucci, squassa un vaso di Pandora. Il filone che condurrebbe dagli uffici del dossieraggio milanese a quelli di Ranucci in Rai rappresenta un nuovo tassello nell’inchiesta milanese su Equalize, emersa circa due mesi fa con gli arresti dell’ex poliziotto Carmine Gallo e del suo braccio destro Nunzio Calamucci.

A destare particolare sorpresa è che nel corso dell’interrogatorio, Calamucci avrebbe iniziato di sua iniziativa a parlare della trasmissione di Ranucci, dichiarando di aver passato sottobanco materiale alla redazione di Report e di aver avuto in particolare contatti diretti con il giornalista Giorgio Mottola, uno degli inviati della trasmissione. La Commissione di vigilanza Rai vuole vederci chiaro. Non parla, per ora, la presidente Barbara Floridia, del M5S. E forse non per caso.

Equalize, gli interrogatori di Calamucci e Gallo

È un fiume in piena il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Secondo quanto riportato nell’articolo di stampa il coinvolgimento del programma Report è emerso nelle dichiarazioni messe a verbale da Calamucci, nel corso dell’interrogatorio di mercoledì scorso da parte del pubblico ministero De Tommasi e del sostituto procuratore nazionale Antimafia Antonello Ardituro. Si apprende, inoltre, – spiega Gasparri -, che l’ex poliziotto Carmine Gallo, interrogato nella stessa giornata, avrebbe reso una confessione ampia, accusando il proprio capo Enrico Pazzali e molti clienti vip di essere pienamente consapevoli dei metodi illegali alla base dei dossier realizzati da Equalize. Anche Calamucci avrebbe negato di aver hackerato il sistema informatico del Ministero dell’interno, ammettendo tuttavia i numerosi accessi abusivi, di intercettazioni illegali, di pedinamenti informatici gestiti dalla sede di Equalize. Si tratta di un’accusa pesante considerato che Mottola ha ricevuto le informazioni da un privato e che le stesse, di conseguenza, fossero state acquisite del tutto illegalmente».

Report e le inchieste già viste

Gasparri ha presentato una interrogazione al Presidente della Rai e/o all’Amministrazione delegato. La maggioranza sembra decisa a procedere unita, nella richiesta di deferimento di Ranucci. Anche FdI vuole vederci chiaro, nello scandalo Equalize il mirino puntato sugli esponenti del governo Meloni in parte coincide con l’attenzione giornalistica della trasmissione. Che peraltro conosce anche sul piano degli ascolti un lento declino: è passato dal 13,8% della prima puntata al ben più modesto 8,5 dell’ultima. Lasciando sul terreno oltre il 5% degli spettatori, stanchi di inchieste già viste e prive di mordente. E negli ultimi giorni è piovuta sulla testa di Ranucci, come una tegola dal tetto, anche il richiamo di AgCom: non avrebbe potuto mandare in onda, a urne aperte, il servizio sulla Liguria.

«L’inchiesta Equalize si sta rivelando sempre più preoccupante e chiediamo alla Rai e ai servizi competenti di fare luce sulle dichiarazioni rilasciate da Calamucci, braccio destro dell’ex ispettore Carmine Gallo, oggi in carcere. Calamucci ha dichiarato al pm De Tommasi e al sostituto procuratore Antimafia Antonello Ardituro l’esistenza di legami tra gli indagati e la trasmissione Report, a cui la struttura dedita ai dossieraggi avrebbe passato carte e dossier», riepiloga il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. «Auspicando che tutto ciò non trovi corrispondenza nella realtà, qualora le dichiarazioni di Calamucci si rivelassero vere, saremmo davanti a una circostanza che mette in pericolo la sicurezza della nazione. Questo, infatti, significherebbe che un programma della Tv di Stato avrebbe legami con chi ha costruito negli anni una struttura dedita allo spionaggio per conto terzi. Chiediamo al Cda della Rai di avviare un’indagine interna per valutare la sussistenza di questi presunti rapporti annunciati da Calamucci e alla Procura di non sottovalutare questi aspetti». Nel febbraio 2022 Il Riformista si era occupato della controversa vicenda della finta compravendita di video filmata, all’insaputa del conduttore Rai, dal regista Sergio Borsato. Una trappola vera e propria nel cui audio si sentiva Ranucci rassicurare il sedicente titolare di video compromettenti su un politico: «Voi mandatemi le cassette, per l’acquisto ci penso io, le valuterò come acquisizione di materiale giornalistico importante».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.