L’obiettivo, in caso di rinvio a giudizio, è di chiedere i rito abbreviato. Sarebbe questo il piano di Ciro Grillo e dei suoi tre amici accusati dalla procura di Tempio Pausania dello stupro di gruppo ai danni di una ragazza 19enne, fatti che sarebbero avvenuti nella villa del comico genovese di Porto Cervo nell’estate del 2019.
Come noto la scelta del rito abbreviato porterebbe ad un consistente sconto di pena, fino ad un terzo, ma soprattutto il processo verrebbe celebrato durante l’udienza preliminare, senza dibattimento.
Così diventerebbe un fattore chiave l’ormai ‘famoso’ video di 20 secondi citato da Beppe Grillo nel suo video-sfogo di lunedì scorso, che secondo il garante del Movimento 5 Stelle sarebbe la prova dell’innocenze del figlio Ciro e degli altri tre indagati, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria.
Secondo Beppe Grillo e i quattro giovani amici nel video verrebbe dimostrato come la 19enne studentessa italo-svedese fosse consenziente: insomma, niente stupro da parte loro.
I PROBLEMI DELLA DIFESA – Nelle scorse ore sono emerse però divisioni all’interno del gruppo degli indagati. Prima con l’intervista audio a Non è l’Arena di uno dei tre amici indagati, Vittorio Lauria, che si è dissociato dal video di Beppe Grillo pur confermando la tesi del sesso consenziente.
Quindi lo smarrimento da parte di Francesco Corsiglia. Il 22enne nel raccontare la sua versione dei fatti a Gregorio Capasso, procuratore di Tempio Pausania, si è smarcato da Ciro Grillo e dagli altri due amici: quella notte, ha spiegato, non ha mai preso parte al sesso di gruppo con la 19enne italo-svedese, per l’accusa uno stupro, pur ammettendo di aver avuto un “rapporto consensuale” con la ragazza.
A buttare ulteriori benzina sul fuoco la notizia, pubblicata da Repubblica, riguardo le intenzioni di Beppe Grillo di dare mandato a un medico legale per fare una perizia sulla presunta vittima dello stupro. Grillo avrebbe affidato l’incarico a Marco Salvi: un nome noto per aver lavorato ai casi del killer Donato Bilancia e all’omicidio di Carlo Giuliani al G8 di Genova del 2001.
Il professionista, tramite foto e video di quella notte, avrebbe quindi il compito di definire quanto Silvia in quella notte del 17 luglio a Porto Cervo fosse ubriaca o capace di intendere e di volere. Salvi, nelle intenzioni di Grillo, dovrà fornire un ritratto della personalità e dei comportamenti della presunta vittima, una mossa considerata l’arma in più per la difesa di Ciro e degli altri tre indagati, che in realtà sembra essere un nuovo fattore di polemiche.