“Un atto legittimo ma contrario a ogni buonsenso”. Interviene così Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura del governo Conte, sul caso che ha portato l’Inps al centro del dibattito nazionale. L’Istituto nazionale di previdenza sociale ha infatti chiesto 124mila euro alle due figlie di Marco Loiola, l’operaio 40enne che il 28 luglio 2013 a Marina di Massa (Massa Carrara) uccise l’ex moglie Cristina Biagi, ferì gravemente l’uomo che erroneamente credeva essere il suo rivale in amore e si uccise.

L’APPELLO DEL MINISTRO – Le due ragazzine di 12 e 14 anni, rimaste orfane, per l’Inps devono pagare l’indennità di malattia e l’assegno di invalidità all’uomo ferito dalla furia omicida del padre. Per la renziana Bellanova “come Stato abbiamo il dovere di proteggere le vittime di femminicidio, non di vessarle. L’INPS rinunci al recupero coattivo di quelle somme, troviamo una soluzione a questo crudele paradosso. Quelle due giovanissime donne hanno già pagato un prezzo altissimo”. Il ministro ha quindi rivolto il suo appello al presidente dell’Inps Pasquale Tridico, per chiedere una soluzione diversa.


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L’INTERVENTO DI MATTARELLADa fonti del Quirinale si apprende che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per parlare della richiesta di risarcimento avanzata dall’Inps alle due figlie di Marco Loiola.

“Il fatto che il presidente della Repubblica si sia interessato alle mie nipoti mi rassicura, finalmente, su una vicenda che non ci ha fatto dormire”, ha affermato Alessio Biagi, zio delle ragazze. “Per noi Mattarella è un faro – continua lo zio – e ci commuove apprendere che una figura del suo spessore abbia deciso di aiutarci. Grazie”.

PARLA L’AVVOCATO – Una “richiesta legittima, anche se immorale” anche per Francesca Galloni, avvocato della famiglia Biagi: “Se Loiola fosse stato ancora in vita, ovviamente l’Inps avrebbe chiesto a lui la somma. La legge prevede che si rifaccia sulle eredi”. Le due ragazzine, dopo la morte dei genitori, hanno ereditato un immobile, la cui vendita tra l’altro non copre la cifra dovuta all’Inps e “una pensione che il nonno, loro tutore, mette da parte per il loro futuro”, spiega l’avvocato. “Purtroppo – aggiunge – è previsto anche il recupero coattivo, se la somma non verrà erogata nei tempi. Per questo ho chiesto un incontro con Inps, sperando che, valutando la situazione, receda dalla richiesta o che si arrivi a transare una cifra inferiore, che possa essere pagata nel tempo dalle figlie di Cristina Biagi, che ricordo essere una vittima di femminicidio”.

LA MARCIA INDIETRO DELL’INPS – “La lettera con la richiesta di risarcimento è un atto dovuto, ma l’Inps ha già contattato i familiari avvisandoli che non ci sarà alcun atto esecutivo”. E’ intervenuto così a Radio Capital il presidente dell’Istituto Nazionale Della Previdenza Sociale, Pasquale Tridico, a proposito della richiesta di risarcimento da 124mila euro avanzata dall’Inps nei confronti delle due giovani rimaste orfane nel 2013 per l’assassinio della madre, Cristina Biagi, a opera del padre, poi suicidatosi. “La situazione era già nota e da ieri sono in contatto col ministro Catalfo per trovare una soluzione definitiva e strutturale nel rispetto della legge – continua Tridico – perché dobbiamo sempre agire all’interno delle norme”, ha aggiunto.

 

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