Alla fine di un esame, lotto per lotto, foglia per foglia, di 152 cassette di verdura analizzate nell’ambito dell’allarme sulle intossicazioni che la settimana scorsa si erano verificate nel napoletano non sono state rinvenute tracce della mandragora, “o di altra verdura non commestibile”. Questo quanto si fa sapere al termine del lavoro della speciale task force, composta da ispettori e dirigenti Regione Campania e ASL Napoli3 Sud, inviata al CAAN, il centro agroalimentare di Napoli, per esaminare i lotti di spinaci posti sotto sequestro.

Lo scorso 6 ottobre alcuni cittadini, dieci, erano rimasti intossicati per aver mangiato presunte foglie di mandragora acquistate nella convinzione si trattasse di spinaci. Questa la versione che si era subito diffusa, generando anche un certo allarmismo, e che potrebbe essere smentita dagli esami di laboratorio che ora saranno effettuati su alcuni campioni di foglie prelevate dagli ispettori. La task force sulle cassette sequestrate ha intanto dato il primo responso: ha lavorato per due giorni, l’indagine è stata conclusa ieri nel tardo pomeriggio.

“Sono stati necessari due giorni per scandagliare, foglia per foglia, il contenuto delle 152 cassette di verdura potenzialmente pericolosa – informa il Caan – Dall’accurato esame visivo e tattile del contenuto dei bancali ritirati a scopo precauzionale dal mercato, gli esperti non hanno rinvenuto alcuna presenza di mandragora, o di altra verdura non commestibile.

Adesso si attendono gli esiti degli esami di laboratorio che verranno effettuati su alcuni campioni di foglie prelevate dagli ispettori. Se anche in questo caso non dovesse emergere alcuna traccia di erba velenosa, è chiaro che tutta la vicenda – dal grande risalto mediatico – che le otto intossicazioni alimentari hanno innescato, potrebbe dover essere rivalutata dagli inquirenti.

Siamo fiduciosi che le Autorità giudiziarie e sanitarie andranno fino in fondo per chiarire esattamente come sono andate le cose – commenta il presidente CAAN Carmine Giordano – Da parte nostra, prosegue la collaborazione a 360 gradi, facendo attenzione a non demonizzare un comparto di importanza strategica per l’economica campana, già messo sotto torchio dagli aumenti indiscriminati di petrolio ed energia“.

Il caso mandragora intanto sarà tra i temi dell’audizione che la Commissione regionale agricoltura, caccia, pesca, risorse comunitarie e statali per lo sviluppo, presieduta dal consigliere regionale di “Europa Verde”, Francesco Emilio Borrelli metterà al centro dell’attenzione nell’aula del Consiglio Regionale della Campania, al Centro Direzionale di Napoli isola F13.

Con Il Riformista Antonio Limone, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno che ha sede a Portici, era stato cauto nell’attribuire alla mandragora i motivi delle intossicazioni. “Sono ancora in corso analisi. Di certo c’è che queste persone si sono intossicate avendo assunto degli alcaloidi tropanici che sono contenuti nella mandragora ma anche in alcuni tipi di pesticidi che molto impropriamente possono essere utilizzati, non è normale che fossero utilizzati sugli spinaci. Stiamo facendo tutte le analisi perché la mandragora non è una pianta molto diffusa. Com’è finita in un lotto di spinaci lo stiamo chiedendo ai botanici con degli approfondimenti specifici”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.