Si chiama Andrea Pellegrini l’agente di Polizia raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare di arresti domiciliari per la vicenda di Hasib Omerovic, il ragazzo precipitato dalla finestra del suo appartamento a Roma, lo scorso luglio, durante una perquisizione delle forze dell’ordine. L’accusa è di tortura e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti pubblici. Secondo l’ordinanza l’agente Pellegrini avrebbe causato al ragazzo “un verificabile trauma psichico, in virtù del quale precipitava nel vuoto dopo aver scavalcato il davanzale della finestra della stanza da letto nel tentativo di darsi alla fuga per sottrarsi alle condotte violente e minacciose in atto nei suoi confronti“, con “abuso dei poteri e in violazione della funzione, nel corso dell’attività volta all’identificazione” e con “il compimento di plurime e gravi condotte di violenza e minaccia”. Altri tre avvisi di garanzia sono stati notificati nei confronti di altri tre poliziotti indagati con le accuse, a vario titolo, di falso ideologico commesso da Pubblico Ufficiale in atti pubblici e depistaggio.

La vicenda si era consumata lo scorso luglio, in un blitz della polizia nell’abitazione dell’uomo, 36enne disabile, sordo muto dalla nascita, a Primavalle. Al civico 24 di via Girolamo Aleandro. I poliziotti sarebbero intervenuti presso l’abitazione per “procedere – si legge negli atti – alla sua identificazione”. Di quell’operazione era rimasta una foto sconvolgente: Omerovic steso sull’asfalto, ricoperto di tracce di sangue, inerme. La cartella clinica avrebbe riportato fratture alla testa, alle costole e allo sterno, lussazione dell’omero e traumi a milza, fegato, rene, ferite al torace. Ancora oggi Omerovic per quella caduta, per quella vicenda, è ricoverato in ospedale.

Agghiacciante la ricostruzione – certo non una sentenza, chiariamo, ancora tutta da confermare – che emerge dall’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Enzo Damizia. Secondo quanto riportato anche nei primissimi giorni successivi all’esplosione del caso, l’operazione sarebbe scattata per delle voci che sui gruppi Facebook del quartiere accusavano Omerovic di aver molestato delle ragazze in strada. Per alcuni il 36enne sarebbe arrivato a scattare delle foto ad alcune giovani. Gli agenti sarebbero arrivati preso l’appartamento per una perquisizione che sarebbe stata legittima ma non nelle modalità, perché secondo il Gip svolta “con modalità del tutto anomale, e, quantomeno da un certo momento in poi, strumentalizzata con conseguente violazione dei doveri e abuso e travalicamento della funzione in particolare da parte dell’assistente capo Pellegrini”.

La Stampa scrive che la porta della camera di Omerovic sarebbe stata sfondata, nonostante il ragazzo avesse consegnato le chiavi. “Pellegrini non ha avuto alcuna remora di fronte ad un ragazzo sordomuto e una ragazza con disabilità cognitiva (la sorella di Omerovic, ndr) compiendo ripetuti atti violenti, sia sulla persone che sulle cose e gravemente minatori, così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo“. Le accuse parlano di “due schiaffi nella zona compresa tra collo e viso” e delle mani legate col filo del ventilatore. Dopo aver brandito un coltello che si trovava sul tavolo la minaccia urlata: “Se lo rifai te lo ficco nel cu**!”.

Per Il Corriere della Sera una volta tornato in ufficio al collega Fabrizio Ferrari, presente alla perquisizione e che avrebbe provato a frenarlo secondo quanto emerso, avrebbe chiesto: “Che ti frega se muore?”. Sempre Pellegrini avrebbe scritto una relazione che sarebbe però stata firmata dagli altri poliziotti, cui ora vengono contestate le accuse di falso e depistaggio. “Tra poco vado in ufficio a fare una relazione al Dirigente e alla Squadra Mobile dove allego tutte le foto live, dove si evince che ogni cattiveria detta è un falso creato per qualche scopo politico“, avrebbe scritto in un messaggio Pellegrini a Ferrari. La misura è stata notificata dalla Squadra Mobile. Secondo La Stampa il poliziotto agli arresti avrebbe diversi precedenti e sarebbe stato destinatario in passato di sanzioni e richiami scritti. Nei confronti degli altri agenti sono in corso attività di perquisizione.

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