Processo a Salvini 2.0. Dopo il caso Gregoretti per il leader della Lega si concretizza una nuova grana giudiziaria. Ieri il tribunale di Palermo ha fissato per il 12 dicembre l’udienza preliminare per l’ex ministro dell’Interno, chiamato a rispondere di sequestro di persona e omissione atti d’ufficio. Il caso è quello della nave di Open Arms. Ad agosto di un anno fa il rimorchiatore dell’Ong catalana, dopo aver soccorso 163 migranti a largo della Libia durante diverse operazioni di salvataggio, rimane fermo in mare 21 giorni, 7 dei quali davanti Lampedusa, prima di ricevere l’ok allo sbarco. Durante quel blocco alcuni naufraghi vengono fatti scendere per le precarie condizioni di salute. Lo stesso vale per i minori non accompagnati. L’Ong subisce un divieto di ingresso nelle acque italiane, ma fa ricorso urgente al Tar: sulla nave il comandante ha dichiarato lo stato di emergenza dopo diversi casi di autolesionismo. Il Tribunale gli dà ragione.
Alla fine il 20 agosto, dopo che 12 migranti si gettano in mare nel tentativo di raggiungere la costa italiana, il capo della Procura di Agrigento, Luigi Patronaggio fa un sopralluogo sulla nave. Quindi decide che devono scendere tutti e viene disposto il sequestro dell’imbarcazione. Mesi dopo, a febbraio 2020, il Tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere contro Salvini. A maggio la Giunta per le immunità di Palazzo Madama respinge la richiesta. Decisiva l’astensione dei rappresentanti di Italia Viva. Poi il dietrofront in aula, dove la maggioranza si compatta a favore della richiesta. Ora, quindi, la prima udienza.
«Siamo certi che questa sarà l’occasione per accertare la verità dei fatti e stabilire eventuali responsabilità – scrive in una nota Open Arms, che risulta “parte lesa” e si farà anche parte civile – Quello che ci interessa non è che venga punito un singolo individuo, ma che si stabilisca l’inviolabilità delle Convenzioni internazionali e del Diritto del Mare e che il rispetto dei diritti umani torni a essere riconosciuto come principio imprescindibile». L’udienza preliminare dello scorso 3 ottobre per il caso Gregoretti a Catania si è conclusa con il pm che chiede di archiviare tutto e un rinvio al prossimo 20 novembre. In quella data, Covid permettendo, saranno sentiti il premier Conte e l’ex ministro dei Trasporti M5S Toninelli, mentre il 4 dicembre verranno ascoltati Di Maio e Lamorgese. Intanto dalla Lega si ostenta sicurezza. «Siamo tranquilli – commenta a Il Riformista il deputato Massimiliano Capitanio – Salvini ha sempre agito nella legalità e le responsabilità furono condivise da tutto il vecchio governo gialloverde. Però dà fastidio perdere tempo con processi ideologici in un momento difficile come quello che stiamo vivendo».