Resta in carcere la compagna Eva Kaili
Caso Qatargate, Francesco Giorgi lascia il carcere per i domiciliari: per settimane è stato in cella con “l’accusatore” Panzeri
Francesco Giorgi, uno dei principali imputati nel caso di corruzione noto come Qatargate, va agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Lo ha stabilito la Camera di consiglio del Tribunale di Bruxelles, che ha così scarcerato l’assistente dell’ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri, grande accusato e ora ‘grande accusatore’ nell’inchiesta dopo il ‘patto’ stretto con i magistrati del Belgio. L’ex europarlamentare ha infatti patteggiato una condanna a 5 anni, di cui uno solo da trascorre in carcere o ai domiciliari.
Giorgi, che fino all’arresto era assistente all’Europarlamento del Dem Andrea Cozzolino, era agli arresti in carcere dal 9 dicembre scorso. Restano invece ancora in detenzione preventiva nell’ambito della stessa inchiesta la compagna di Giorgi ed ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili (socialista greca che da Giorgi ha avuto un figlio di 2 anni), l’europarlamentare belga Marc Tarabella e lo stesso Antonio Panzeri. È invece ai domiciliari a Napoli Andrea Cozzolino, in attesa di una decisione del tribunale sulla richiesta di estradizione a Bruxelles.
Il 35enne di Abbiategrasso (Milano), è accusato di organizzazione criminale, corruzione e riciclaggio come tutti gli altri arrestati nel blitz del 9 dicembre scorso. Nella casa di Giorgi e della compagna Eva Kaili la polizia federale aveva scoperto 150 mila euro in contanti che, secondo l’accusa, provenivano dalle tangenti di Qatar e Marocco. Come i circa 600mila euro che lo stesso giorno il padre della Kaili aveva prelevato dall’abitazione della figlia e stava trasportando in albergo con un trolley prima di essere fermato dagli agenti per strada.
Proprio Giorgi, secondo quanto rivelato dal Times di Londra citando fonti interne della procura belga, per diverse settimane avrebbe condiviso la cella con Antonio Panzeri nella prigione di St. Gilles a Bruxelles, nonostante fossero coinvolti nello stesso caso di corruzione. Una circostanza che avrebbe potuto consentire loro di coordinare le rispettive testimonianze.
Ora l’appuntamento chiave per gli ulteriori sviluppi dell’inchiesta Qatargate sono attesi il prossimo 7 marzo, quando la Corte d’Appello di Bruxelles esaminerà l’istanza di ricusazione presentata dalla difesa dell’eurodeputato Marc Tarabella contro il giudice istruttore Michel Claise.
Tarabella, eurodeputato socialista belga, è stato sottoposto agli arresti su richiesta di Claise il 10 febbraio scorso. Giovedì scorso la Camera di Consiglio ha confermato la detenzione per un mese, dopo che l’avvocato dell’eurodeputato socialista, Maxim Toller, aveva presentato istanza di ricusazione perché secondo lui il giudice Claise in più occasioni aveva dimostrato di essere convinto della colpevolezza di Tarabella, facendo mancare il principio di presunzione d’innocenza.
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