Il mondo è cambiato
Caso Segre-Seymandi, Massimo sposa me: se il tradimento l’avesse rivelato lei sarebbe stato un plebiscito

Nel Si&No del Riformista spazio al video che da giorni sta occupando le cronache rosa e non del Bel Paese: il filmato in cui il banchiere Massimo Segre rivela i presunti tradimenti della ormai ex compagna, Cristina Seymandi, durante una festa organizzata per annunciare il loro matrimonio. E’ giusto rendere pubblici i tradimenti? Favorevole la giornalista Annarita Digiorgio secondo cui “mi piacciono gli uomini così e da qui passa la libertà“. Contraria la giornalista Francesca Sabella: “Bisogna rispettare un amore soprattutto quando finisce”.
Qui il commento di Annarita Digiorgio:
Appena ho visto il video di Torino, che sta infiammando le cronache ferragostane, ho pensato: “Massimo Segre, sposa me!”. Non è uno specchio riflesso, o una forma di empatia verso la vittima. Che, certamente, è lui. È proprio che a me gli uomini piacciono così. Anche se è sempre più difficile trovarli. Lo ha detto anche Annamaria Bernardini De Pace: “La colpa è sempre del traditore e non di chi rivela il tradimento”. Evidentemente non solo culturalmente, e socialmente, ma anche, detto dall’avvocato matrimonialista numero uno in Italia, anche giuridicamente. Dato che, come sempre accade in Italia, anche le classiche notizie da ombrellone, finiscono ad essere commentate, prima ancora che nei tribunali, da garanti della privacy, pm, e legulei di ogni specie.
Che però sono sempre meglio delle femministe di professione in servizio permanente effettivo. E così, passando dall’ombrellone ai giornali, Massimo Segre è finito per essere accusato lui di sessismo. Femminicidio, revenge porne, e – siccome il termine riesumato dal film di Barbie è quello – patriarcato.
Addirittura! Neanche avesse saltato una shuwa o, come Ken, avesse messo una pelliccia al posto dei rollerblade. E così in quella tipica catarsi tra processo mediatico e giudiziario, tra film e realtà, il povero cervo è diventato colpevole persino di delitto d’onore. E che doveva fare, tenersi le corna, in silenzio, e subire? Come per anni hanno fatto le donne, nel segreto delle proprie stanze? O evitare la piazzata? Era una possibilità, e invece lui ha deciso di difendere l’amore, il rispetto, la fedeltà e la dignità. E si, fatevene una ragione.
Ci sono donne a cui piacciono gli uomini così. Perché essere donna significa anche difendere la propria autonomia, indipendenza, e capacità di giudizio anche dalle altre donne. Non sta scritto da nessuna parte che la dobbiamo pensare per forza allo stesso modo, e soprattutto, se una si sente offesa, non è detto che lo siamo tutte, collettivamente, in quanto donne. Ognuna parla per sé. Mica ho detto che tutte dobbiamo sposare Massimo Segre. Voglio sposarlo io, solo io. Così quando è morta Jane Birki, come si è permessa Maria Laura Rodotà, ho pensato, che sulla Stampa ha scritto che “le ragazzine di allora non volevano essere come lei, che dietro l’apparente libertà era vittima di maschilismo”. Come si permette a parlare per me? C’è gente, anzi ci sono donne, ci sono io, che invece volevamo proprio essere Jane Birkin. Perché ci piace essere così. Sono meno donna per questo? Del resto il giochino è facile, e lo abbiamo fatto tutti. Immaginate una festa a sorpresa, decine di invitati, alta borghesia torinese, perlopiù di sinistra. Il festeggiato è lui, in camicia bianca e occhiali, imprenditore dei salotti buoni e dell’editoria. A organizzare la festa è lei, la sua compagna, una signora bionda ed elegante avvezza alle pubbliche relazioni per politici e grandi società.
Lei prende il microfono, e, sotto al dj, con il futuro marito accanto, annuncia d’avanti a tutti che quella doveva essere la festa per il loro matrimonio, ma il regalo più bello che si possa fare è la libertà di amare, e quindi caro mio, tieniti la libertà di amare quell’avvocatessa con cui mi hai tradito e parti con lei a Mykonos visto che il viaggio è tutto pagato. E mentre lei si allontana con il sottofondo musicale del dj, lui resta li senza parole.
Cosa avrebbero detto le femministe a lapage? Che lei ha reagito da grande donna a un maltrattamento, che ha mostrato gli attributi (o è diventato sessismo dirlo?), che ha rivendicato anni e anni di sopraffazione maschile, che è la paladina di tutte le donne.
La verità è che il mondo è cambiato, le donne non sono più le regine del focolaio, hanno scoperto voglie, istinti, caratteri, indipendenza e autonomia, nel gestire il proprio corpo, la propria vita, le proprie relazioni, coniugali ed extra. E oggi chi soffre di più dalle separazioni, oggettivamente, sono gli uomini. La vera uguaglianza tra i generi passa anche dal tradimento spiattellato in pubblica piazza da un uomo ferito. E dalle donne che vogliono un uomo cosi. Ma soprattutto è da qui che passa la libertà. Sposami Segre!
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