È un autentico terremoto per la Juventus l’inchiesta della Procura di Perugia sul caso Suarez, il calciatore uruguaiano che, quando era in odore di diventare bianconero, avrebbe sostenuto un esame di italiano ‘farsa’ per poter ottenere la cittadinanza all’Università per stranieri di Perugia. Risultano infatti indagati il direttore sportivo Fabio Paratici e i legali del club, Luigi Chiappero e Maria Turco. 

L’INCHIESTA E IL RUOLO DELLA JUVE – Dall’inchiesta, condotta dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone, è emerso che i contenuti della prova “erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l’esito e il punteggio d’esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l’Università”. E, sempre secondo l’inchiesta, sarebbe coinvolta anche la stessa Juve, che voleva far arrivare a Torino l’attaccante reso celebre da un morso dato a Chiellini in un match dei Mondiali.

È infatti emerso come a inizio settembre “la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per ‘accelerare’ il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove fattispecie di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all’università, tuttora in corso di approfondimento”, scrive Cantone. L’avviso di garanzia per lo Chief Football Officer Fabio Paratici è stato confermato, in una nota, dalla stessa Juventus. “Il reato ipotizzato dalla Procura è esclusivamente l’articolo 371 bis”, ovvero false informazioni al pubblico ministero. Ma, allo stesso tempo, la società bianconera ha ribadito “con forza la correttezza dell’operato” del dirigente “e confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli”.

COSA RISCHIA IL CLUB – Ma cosa rischia il club bianconero? Secondo l’avvocato esperto in diritto sportivo, Cesare Di Cintio, il ventaglio della sanzioni è ampio. Parlando all’Ansa l’avvocato spiega che “per quanto riguarda un’eventuale responsabilità in campo sportivo servirebbe avere prima contezza dell’entità delle dichiarazioni del dirigente bianconero”.

Quanto al codice di giustizia sportiva, questo considera illecito la violazione delle norme federali in materia di tesseramenti. “Esiste una norma ed è l’art. 32 comma 7 del Cgs Figc – chiarisce l’avvocato – che sanziona disciplinarmente le condotte di dirigenti e società che commettono atti volti a ottenere attestazioni o documenti di cittadinanza falsi o comunque alterati al fine di eludere le norme in materia di ingresso e tesseramento di stranieri in Italia”.

Il risultato? Con responsabilità diretta o oggettiva il club rischia sanzioni da pecuniarie a penalizzazioni in classifica.

Redazione

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