Le sorti della Whirlpool restano appese a un filo. Era attesa nella giornata di ieri la decisione sul futuro dello stabilimento di Via Argine e dei suoi 340 operai: licenziare tutti e chiudere il sito o affidare la reindustrializzazione a un consorzio di aziende coordinate da Invitalia? Anche l’intervento di San Gennaro, portato in processione dai lavoratori nella speranza di un miracolo, pare non sia servito a molto. Nel momento in cui il giornale va in stampa, il vertice nella sede del Ministero dello Sviluppo economico è ancora in corso. Trattative serrate, nervi tesi e toni alti durante l’incontro. Presenti il viceministro Alessandra Todde, il coordinatore della struttura per le crisi di impresa Luca Annibaletti, il direttore generale dei rapporti di lavoro e delle relazioni industriali del Ministero del Lavoro Romolo De Camillis.

Durante il tavolo, la Whirlpool si è detta pronta a discutere ma ha ribadito la volontà di chiudere immediatamente la procedura di licenziamento collettivo. L’amministratore delegato della multinazionale americana Luigi La Morgia ha fornito «la disponibilità ad accompagnare i lavoratori fino al 15 dicembre ma solo a fronte di un accordo da sottoscrivere nelle prossime ore, all’interno della procedura». Il pool di aziende interessate a rilevare il sito di via Argine ha indicato dicembre come termine per la costituzione del consorzio. «Non siamo in condizione di presentare ora il punto di caduta del piano industriale. Al momento abbiamo svolto i lavori preliminari di analisi del sito e la verifica della possibile fattibilità dell’inserimento del Fondo di Salvaguardia», ha chiarito Invitalia.

«Abbiamo dimostrato una grandissima buona volontà per accorciare i tempi, ma non è possibile costituire il consorzio a breve – ha spiegato Riccardo Monti, coordinatore delle aziende interessate alla costituzione di un hub della mobilità sostenibile che rileverebbe il sito Whirlpool di Napoli dando lavoro ai 340 operai – Ogni azienda ha un percorso autonomo che può fare indipendentemente da questo. Non è facile fare nulla prima di fine anno». Il consorzio, quindi, potrebbe valutare di prendere un impegno alla costituzione e successiva presentazione del piano industriale entro dicembre. Dura la replica del viceministro Alessandra Todde ai vertici Whirlpool: «Nessun ultimatum, serve tempo. Il tempo usato fino a oggi è stato importante, ma ne serve ancora».

Il Governo, quindi, chiede alla Whirlpool la possibilità di costruire in maniera più precisa e solida il percorso che porta alla costituzione del consorzio, alla presentazione del piano industriale e alla definizione della procedura che possa consentire la transizione dei lavoratori. Le parole della Todde hanno scatenato la reazione della multinazionale americana: «Dispiace che l’azienda venga accusata di non essere in buona fede e di dettare le condizioni. Noi siamo stati molto chiari e trasparenti quando abbiamo avviato la procedura, con delle tempistiche precise che erano note a tutti». La Morgia ha anche smentito l’accusa lanciata da Todde secondo cui l’azienda avrebbe fornito un documento di una sola pagina senza dare informazioni utili sulla cessione del sito al consorzio.

«Sulla nostra dataroom – ha spiegato La Morgia – ci sono circa 600 file, al momento abbiamo registrato un solo accesso. Siamo sicuri che tutto quanto ci è stato richiesto è stato caricato sul sito. Noi siamo sempre stati reattivi nel dialogo con il consorzio, nel definire tutte le tematiche anche quelle che sono state definite bloccanti, come bonifica o altro, portando le evidenze con documentazione». Insomma, caos totale con buona pace dei lavoratori. Tanto che i sindacati si sono visti costretti a chiedere lo stop al confronto e l’intervento di Giancarlo Giorgetti e Andrea Orlando: «Serve l’impegno diretto dei ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.