Bilancio di genere 2021
Causa pandemia l’occupazione femminile crolla sotto il 50%
La pandemia ha colpito soprattutto le donne. E ora ci sono anche i dati. Nel 2020 il tasso di occupazione femminile, dato dal rapporto tra le donne occupate e la popolazione femminile in età lavorativa (15-64 anni), è sceso al 49% dopo che nel 2019 aveva superato per la prima volta la soglia del 50% e dopo sette anni di incrementi dal valore di 46,5% registrato nel 2013.
E’ quanto emerge dal Bilancio di genere 2021 che la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, presenterà in Parlamento nei prossimi giorni. Cresce così ancora il divario tra tasso di occupazione femminile e maschile che arriva a 18,2 punti percentuali. Questa battuta d’arresto dell’occupazione femminile ha ripercussioni soprattutto laddove si registrano le maggiori criticità del mercato del lavoro italiano, che si riferiscono ai divari intergenerazionali e territoriali. Sono le donne più giovani, infatti, a registrare sia i dati più bassi sull’occupazione sia la riduzione più rilevante nell’anno della pandemia.
Mentre nella crisi economica iniziata nel 2008 fu colpita principalmente l’occupazione maschile, nel 2020 sono soprattutto le donne a pagarne le conseguenze. Tra i fattori sono da evidenziare il mancato rinnovo dei contratti a termine per una quota significativa delle lavoratrici e la segmentazione orizzontale del mercato del lavoro: le donne sono occupate di più in settori come il commercio, nel sociale, nella ristorazione e nel turismo che sono stati oggetto delle misure di chiusura o di restrizione per il contenimento della diffusione del virus.
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