Alla vigilia della prima riunione delle Camere, che sono convocate per iniziare ufficialmente la diciannovesima legislatura della Repubblica con il primo passo da compiere, l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, il centrodestra non ha ancora trovato la quadra sui nomi da votare per le due presidenze.
È infatti saltato il vertice previsto nella residenza romana di Silvio Berlusconi, Villa Grande, dove il presidente di Forza Italia, il segretario della Lega Matteo Salvini e la premier in pectore, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, si sarebbero dovuti incontrare per mettere a punto gli ultimi passi prima del già decisivo voto di domani.
Il vertice congiunto non si è tenuto, segno che la situazione nella coalizione uscita trionfante dal voto del 25 settembre, in particolare grazie al risultato di Fratelli d’Italia, le posizioni sono ancora lontane e l’aria è tesa.
Eppure la giornata sembrava essere iniziata sotto i migliori auspici, col responsabile del programma di Fdi, il fedelissimo della Meloni Giovanbattista Fazzolari, che questa mattina si diceva tranquillo davanti ai cronisti stazionati davanti alla Camera perché “sulle presidenze di Camera e Senato non ci sono problemi, un accordo c’è, non ci sono criticità”.
L’ipotesi in ballo era quella di destinare il Senato a Ignazio La Russa, dunque un ‘colonnello’ di Fratelli d’Italia, mentre la Camera sarebbe andata alla Lega con Riccardo Molinari.
Una situazione che però è precipitata dopo le 16, quando Salvini ha convocato la riunione del Consiglio federale della Lega. Davanti ai suoi il leader del Carroccio ha invece rilanciato sulla candidatura per la seconda carica dello Stato di Roberto Calderoli, una nomina legata anche alla partita personale del leader, il suo ritorno al Viminale.
Un rilancio che si legge tra le righe della nota fatta filtrare dal partito alle agenzie, in cui si legge che il partito “non vede l’ora di cominciare a occuparsi dei dossier di governo” ma soprattutto che “il segretario ha spiegato che se verrà chiesto alla Lega di occuparsi di temi fondamentali come economia, sicurezza, opere pubbliche e autonomia sappiamo come farlo e con chi farlo”, un chiaro riferimento alla ‘lista della spesa’ del Carroccio. Eppure fonti del partito provano a smorzare i toni e ad allontanare sospetti, sottolineando che “da parte della Lega nessun veto e nessuna impuntatura: è confermata la determinazione per trovare un accordo complessivo e all’altezza delle sfide che attendono l’Italia“.
Il vertice arrivati a questo punto di fatto salta definitivamente. Giorgia Meloni, dopo un’ora e mezza di colloquio con Berlusconi a Villa Grande, lascia la residenza del Cav. intorno alle 18:30 assieme proprio al possibile nuovo presidente del Senato Ignazio La Russa, con Salvini che resta un miraggio.
Inutili infatti le parole riservate ai giornalisti di Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega e tra i papabili per il ministero dell’Economia anche in ‘quota Meloni’, lasciando gli uffici del Gruppo alla Camera. “C’è ancora stasera, c’è ancora tempo ma non troppo”, ha risposto ai cronisti che domandavano sulle possibilità di un vertice tra i tre leader.
Quindi la svolta ‘a sorpresa’ in serata, quando alle 20:30 le agenzie battono che da “fonti parlamentari” si è avuta notizia di un incontro avvenuto in giornata tra Meloni e Salvini: un colloquio che certamente si è tenuto lontano dalle telecamere piazzate davanti Villa Grande, dove i tre leader del centrodestre erano attesi per il vertice congiunto.