L’avventura di Rudi Garcia sulla panchina del Napoli sembra davvero appesa a un filo sottilissimo. Al posto del francese sembrava destinato ad arrivare Antonio Conte, una decisione shock che Aurelio de Laurentiis avrebbe preso dopo la cocente sconfitta di domenica contro la Fiorentina. “La scelta del tecnico francese è mia responsabilità, ho deciso dopo aver parlato con tanti allenatori, me ne assumo la responsabilità”, questo in sintesi il “DeLa” pensiero che poche chances lascia alla permanenza di Garcia a Napoli. A preoccupare di più è l’evidente frattura che si è venuta a creare con i big della squadra: al momento del cambio nell’ultima uscita contro i viola, a ogni sostituzione corrispondeva l’automatico “Vaffa” del calciatore richiamato in panchina, Politano e Osimhen su tutti.

L’ex tecnico della Nazionale sembrava davvero l’unica soluzione che De Laurentiis potesse percorrere, c’era bisogno di una scossa e Conte avrebbe avuto le carte in regola per garantirla. Nel pomeriggio di ieri però è arrivata la doccia gelata, pare al termine di un incontro negli uffici romani del produttore cinematografico l’allenatore salentino ha chiarito la sua posizione: nessuna voglia di tornare in panchina. Il Tweet delle 17.28 lasciava poco spazio alla fantasia: “Sento insistenti voci di mercato che mi accostano a club importanti, ma ribadisco che per adesso c’è solo la volontà di continuare a stare fermo e godermi la famiglia”. Parola fine, così sembra, su un progetto di tormentone nato e tramontato nel giro di 48 ore.
In città si aspettava solo l’annuncio. Il primo a sbilanciarsi era stato il sindaco: “Sicuramente è un vincente. E noi abbiamo bisogno a Napoli di vincenti. Ovviamente, questa è una decisione del presidente De Laurentis. Deciderà cosa fare: se tenere Garcia o cambiare. Sicuramente Conte è un grande allenatore vincente”, se fosse per Gaetano Manfredi, è chiaro, il cambio sarebbe stato già cosa fatta. Anche da Torino sembravano essersi rassegnati. “Conte al Napoli? Dopo che è stato all’Inter, ormai vale tutto. Martedì l’ho rivisto con la maglia dei bianconeri e ha riportato alla luce dei bei ricordi, ma ormai è diventato un qualsiasi allenatore. Di livello e da top club, ma un allenatore qualsiasi. La convivenza con De Laurentiis? Resto un po’ perplesso nell’immaginare due caratteri così forti a stretto contatto”, musica e parole di Giovanni Cobolli Gigli, già Presidente della Juve, sangue bianconero nelle vene.

Cancellare tutto e ripartire velocemente. È questo adesso l’imperativo per De Laurentiis. Certo è che il Napoli di Spalletti, in questo momento, è un ricordo lontano: lo scorso anno, all’ottava giornata gli azzurri, erano al primo posto in classifica, avevano già battuto Lazio e Milan, non avevano conosciuto sconfitta e stavano per lanciare una fuga a lungo fatta solo di vittorie. In Champions le cose andavano ancora meglio: Liverpool, Rangers e Ajax, rivali del girone, spazzate via a suon di goleade. Tramontata l’ipotesi Conte resta sullo sfondo, molto sfocato peraltro, un “Piano B”: affidare la guida tecnica a Igor Tudor, anche lui un passato in bianconero, protagonista di ottime annate sulle panchine di Udinese e Verona, ma esonerato a Marsiglia.
Una scelta rischiosa che dovrà essere valutata molto bene per evitare un secondo fallimento nel giro di pochi mesi. Proprio per questo De Laurentiis sarebbe indeciso tra agire immediatamente o concedere a Garcia ancora uno slot di tre partite, le prossime due di campionato e la sfida di Champions con l’Union Berlino di Leonardo Bonucci. Vero è che la posizione del tecnico francese è adesso molto precaria: non gradito ad alcuni giocatori, non difeso e addirittura messo pesantemente in discussione dalla società, è in una situazione che probabilmente nemmeno San Gennaro potrebbe risolvere. Kalidou Koulibaly non è amato come il Santo patrono, ma a Napoli gli vogliono ancora bene e magari le sue parole potranno aiutare un minimo: “Garcia è un grande allenatore e ha bisogno di tempo per adattarsi, come successo agli altri allenatori in passato. I giocatori sono con lui, ho parlato con 2-3 di loro e me l’hanno confermato. Devono continuare a lavorare come sempre e andrà tutto bene. Spero per lui che la società avrà la pazienza di farlo lavorare tranquillamente”, ha detto il comandante. “Il Napoli è la mia favorita, spero che vincano campionato e coppe. Il mio cuore sta con il Napoli”, ha concluso dall’Arabia dove adesso gioca e si diverte.

A proposito di Arabia sono arrivate le durissime parole durissime di De Laurentiis sulla prossima Supercoppa italiana che si disputerà proprio a Riad alla fine di gennaio. Il presidente azzurro è andato giù duro e ha invitato la Lega a ripensarci, minacciando di non far partire dall’Italia i suoi. Intanto, a poco più di 250 chilometri di distanza, la famiglia De Laurentiis deve gestire altri problemi: il Bari, il cui presidente è Luigi de Laurentiis (il figlio di Aurelio), naviga in bruttissime acque e sono ricordi sbiaditi le imprese che lo scorso anno portarono i galletti a un passo dalla Serie A. Per il momento ha pagato l’allenatore, al posto di Mignani è arrivato Marino. In Puglia tutti conservano un ricordo bellissimo dell’ultima promozione nella massima serie, era il 2009 e l’allenatore era un certo Antonio Conte. Stavolta però sarà chiamato a un’altra impresa.

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