Chiamate 'Chi l'ha visto?'
Cercasi Forza Italia, il partito fermo a dieci anni fa
Chiamate Chi l’ha visto. Si è persa Forza Italia. Sparita nel nulla. Io non ho, da un po’ di tempo ahimè, un buon rapporto con Antonio Tajani. Per scelta sua. Cui per contro io rimprovero un atteggiamento da sempre rinunciatario, al ribasso, come confermano le scelte miserrime fatte sulle candidature che hanno largamente impoverito i gruppi parlamentari di Forza Italia. Lo nota chiunque segua i lavori parlamentari o, peggio, molto peggio, accenda la tv, che è il luogo dove -piaccia o meno- si coltiva e coglie il voto d’opinione di cui Forza Italia è rimasta orfana, e che invece è sempre stata la sua grande forza.
Però a Tajani riconosco di aver sempre tenuto molto, e secondo me assai giustamente, all’afflato europeo di Forza Italia, e al suo ancoraggio al Partito Popolare Europeo. Che -ricordo- significa libertà, concorrenza, garantismo, europeismo efficiente e non di sola maniera, e tanto altro. Proprio per questo, oggi, sono tristemente sorpreso da questa totale acquiescenza a delle contorsioni teatrali consumate per consenso (altrui) che la fa scomparire dagli scaffali delle possibili scelte elettorali.
Il governo fa un decreto grillino (retroattivo e contro le banche, motore dello sviluppo dell’Italia), e Forza Italia fischietta. L’Italia è paralizzata dalla latitanza dei tassisti, il Governo non liberalizza, e Forza Italia svicola, arrossita in volto. La riforma della Giustizia è ferma al palo, e Forza Italia, martire della giustizia politicizzata, sta zitta e muta. Ora, dopo essere sempre stata giustamente favorevole al fondo salva stati cui manca la sola firma dell’Italia, e che soffre di minori condizionalità del Pnrr, Forza Italia si astiene sulla sua ratifica mentre Lega e Fratelli d’Italia votano contro. Nemmeno il coraggio di dire: “Ragazzi scusate, ci siamo anche noi, e stavolta non vi veniamo mica dietro, dateci retta, cambiamo rotta”.
Perché chiariamo: quando si lamentano le mancanze dell’Europa, che ci sono eccome, o si propone di uscirne (e suicidarsi, diventando nani irrilevanti), o le si conferisce più potere e si mandano pattuglie di commissari e europarlamentari con gli attributi a stimolarla per renderla efficiente. Tertium non datur.
Forse Tajani non capisce che tra stare al governo e governare c’è differenza; che tra una copia, peraltro bruttina, e un originale, l’elettore sceglie sempre l’originale; e che avere la golden share di una maggioranza significa dover far pesare i propri voti per condizionare la prua del Governo, non attendere la carità di qualche futuro incarico per sé. Un po’ di personalità per qualche giusta causa, farebbe bene al partito. Se usciamo di qui e chiediamo a cento persone a caso: ‘Sa dirmi un’idea di Forza Italia?’ Nella migliore delle ipotesi otteniamo risposte ferme a idee di dieci anni fa, mentre l’Italia è assai cambiata. Vale ancora oggi. E con questa postura e atteggiamento, mi sa, per sempre.
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