Biden e l'ambizione del successo diplomatico a fine mandato
Cessate il fuoco a Gaza, cosa prevede l’accordo in tre fasi: ostaggi, soldati e futuro Striscia
Filtra ottimismo per l’intesa tra Israele e Hamas, mediatori al lavoro per limare gli ultimi dettagli. Il piano: prima il rilascio degli ostaggi “umanitari” e poi dei soldati, infine il futuro nella Striscia
Sono aumentati di intensità i raid aerei israeliani e le operazioni dell’Idf nella Striscia di Gaza. Questo, secondo gli analisti arabi, prova che sono vere le notizie che circolano riguardo l’imminente accordo per un cessate il fuoco e scambio di prigionieri di cui si discute in Qatar. Sul fronte diplomatico, per Israele è fondamentale ottenere il risultato politico più importante: che Hamas non governi più la Striscia.
L’intervento diretto del presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che vorrebbe chiudere il suo mandato presidenziale con un successo diplomatico – e le minacce rivolte al gruppo palestinese da parte di Donald Trump (che pretende un accordo prima del 20 gennaio) dovrebbero fare la differenza. È in questo clima che sono ripresi i colloqui tra Israele e Hamas. Le discussioni affrontano anche il tema dello scambio degli ostaggi. Secondo l’emittente panaraba “Al Jazeera”, si registra un significativo progresso nelle trattative per quanto riguarda le questioni rimaste finora in sospeso.
Una di queste è la richiesta di Israele di rimuovere i prigionieri condannati all’ergastolo da qualsiasi accordo di scambio di ostaggi. Rimane in sospeso anche la fase del “giorno dopo” a Gaza, che potrebbe essere superata. “I dettagli dell’accordo per la liberazione degli ostaggi sono stati concordati e ora si attende una risposta definitiva da parte di Hamas”, riferisce Channel 12 israeliano, sottolineando la drammaticità del momento e che per la prima volta l’intesa è interamente dettagliata.
Il piano è sostanzialmente simile allo schema pubblicato a maggio: un accordo in tre fasi che inizierebbe con la liberazione di circa 34 israeliani della lista umanitaria. Poi, il 16esimo giorno del cessate il fuoco, le parti inizieranno a discutere la seconda parte che prevederà il ritorno dei giovani e dei soldati. Nel terzo step, le parti discuteranno del governo alternativo nella Striscia e della riabilitazione di Gaza. La tv “Al-Arabiya” aggiunge che la prima fase durerà 42 giorni, durante la quale Israele si ritirerà da diverse aree dove i residenti palestinesi ritorneranno. Sarà aumentato il volume degli aiuti umanitari. Hamas conferma che sono stati compiuti progressi verso un accordo per il cessate il fuoco con gli ostaggi. “Rinnoviamo il nostro impegno con il nostro popolo fermo e paziente e con i nostri eroici prigionieri nelle prigioni, e affermiamo che la loro libertà è vicina”, afferma il gruppo.
La dichiarazione arriva dopo che è stata apparentemente raggiunta una svolta nei colloqui a Doha nella notte tra domenica e lunedì. Un funzionario del Qatar ha affermato che Israele e Hamas hanno entrambi ricevuto una bozza “definitiva” della proposta, sebbene un funzionario israeliano abbia successivamente smentito la notizia. I mediatori del Qatar hanno esercitato una nuova pressione sui palestinesi affinché accettassero l’accordo, mentre l’inviato del presidente eletto degli Stati Uniti, Steve Witkoff, stava facendo pressione sugli israeliani. Witkoff si è unito di recente ai negoziati ed è stato nella regione negli ultimi giorni. I mediatori hanno consegnato la bozza dell’accordo a ciascuna parte.
I colloqui hanno ruotato in gran parte attorno a una proposta di accordo in tre fasi in cui i casi “umanitari” – tra cui donne, bambini, uomini over 50 e infermi – verrebbero rilasciati per primi. Poi inizieranno i colloqui per garantire il rilascio degli uomini in età militare. Hamas ha rilasciato 105 civili durante una tregua di una settimana a fine novembre, e 4 ostaggi sono stati liberati prima di allora. 8 sono stati salvati vivi dalle truppe e sono stati recuperati anche i corpi di 40 ostaggi, tra cui 3 uccisi per errore dall’esercito israeliano mentre cercavano di sfuggire ai loro rapitori.
© Riproduzione riservata