Mo Yan, premio Nobel cinese per la letteratura nel 2012, ha scritto romanzi premiati a livello internazionale per il suo stile realistico che fonde racconti popolari, storia e contemporaneità. Dei capolavori che gli sono valsi lo status di primo scrittore cinese a vincere il prestigioso riconoscimento. Mo Yan però ha ammesso nelle ultime ore di non essere invece riuscito a scrivere un discorso convincente che rendesse giustizia al suo rapporto di stretta amicizia con il collega Yu Hua. Per questa ragione, lo scrittore sessantottenne ha deciso di ricorrere all’intelligenza artificiale e ha utilizzato ChatGPT, facendosi aiutare da uno studente di dottorato.

Una notizia che ha fatto subito il giro del mondo e che apre nuovi inquietanti scenari sull’utilizzo anche in questo campo dell’intelligenza artificiale, e di conseguenza sui possibili risvolti nel mondo dell’editoria. Mo Yan ha utilizzato ChatGPT per la stesura di un discorso pronunciato in onore del collega Yu Hua nel 2021, in occasione del 65esimo anniversario della rivista letteraria cinese Shouhuo a Shanghai. 

Mo Yan ha inserito alcune parole chiave legate alla carriera letteraria di Yu Hua e in pochissimi minuti è stato in grado di generare un discorso di oltre mille parole, in “stile shakespeariano” che ha poi letto alla cerimonia.

Redazione

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