Si chiama GBL e viene definita “droga dello stupro”. Se ne parla spesso, anche nelle ultime settimane, in collegamento ad alcuni casi di cronaca e ad arresti. Il GBL, gamma-butirrolattone, e il simile GHB, acido gamma-idrossibutirrico noto anche come “ecstasy liquida”, vengono considerate sostanze che agevolano determinati reati, quelli legati alle violenze sessuali. Si parla da tempo ormai di una riclassificazione di queste per inasprire le sanzioni.

Entrambe hanno effetti sedativi e sono reperibili online, anche facilmente, di solito spedite da Paesi con regolamentazioni meno rigide. Sia il GBL che il GHB in Italia sono inseriti, in base al Testo Unico sugli Stupefacenti (DPR 309/90) e alle successive modifiche apportate con la Legge 79/2014, nella tabella degli psicofarmaci benzodiazepine e quindi tra le “sostanze stupefacenti e psicotrope poste sotto controllo internazionale e nazionale” e “collegate al sistema sanzionatorio per gli usi illeciti”.

Entrambe le sostanze sono incolori e inodori, quindi facilmente diluibili nelle bevande. Possono causare rilassamento, disinibizione, amnesia, sedazione e stordimento, a seconda delle quantità, anche fino a tre ore. Fanno effetto in genere dopo un quarto d’ora circa dall’assunzione. Altri effetti che possono avere le due sostanze: anestesia, svenimento, vertigini, allucinazioni, stati di confusione e difficoltà motorie. Gli effetti possono aumentare se combinati con altre sostanze stupefacenti o bevande alcoliche.

Il GHB, molecola naturalmente presente nel sistema nervoso centrale e in molti tessuti, è stata isolata dal biologo francese Henry Laborit nel 1960 e da subito utilizzata come farmaco sedativo, miorilassante e ipnotico. Si usa per la cura della narcolessia e della dipendenza da alcol. Il GBL è un precursore metabolico del GHB che una volta assunto si converte nel corpo in GHB. Viene usato nella produzione industriale di solventi e prodotti per sverniciare superfici. Perciò in numerosi Paesi, a differenza del GHB, è legale il suo possesso, più facile da reperire, ma punita la sua destinazione d’uso.

Se non raccolte tempestivamente le tracce può anche diventare difficile trovare la presenza delle due sostanze in campioni biologici dal sangue, dalla saliva o dalle urine. Il Post, in un articolo molto dettagliato, spiega quindi come l’impiego riscontrato di tali sostanze ai casi di cronaca associati sia meno frequente rispetto a quelle di altre sostanze più note e meno difficili da riscontrare come etanolo, cannabinoidi, benzodiazepine e anfetamine.

In tutto il 2013 era stata registrata “intossicazione da GHB/GBL” in 15 casi documentati dal Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei ministri. Nel 2020 in un caso (GHB). Lo stesso report riporta come la dose necessaria per raggiungere quell’effetto sedativo è molto alta e vicina alla dose tossica e letale. La “droga per lo stupro” ha quindi una grande esposizione mediatica (funziona insomma) che non trova riscontri nei dati sulle fattispecie di reati cui viene collegata.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.