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Che cos’è lo ‘scenario 4’: così può scattare il lockdown in Italia
“Prevenzione e risposta a COVID-19”. Si chiama così il documento redatto dall’Istituto Superiore di Sanità in cui sono presenti gli ormai noti quattro scenari sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus. Un testo di cui sono torna prepotentemente a parlare perché il rischio, dato l’andamento della curva epidemiologica in Italia, è che si vada rapidamente verso lo ‘scenario 4’, il peggiore, che prevede di fatto un lockdown.
Con quasi 27mila nuovi contagi registrati nella sola giornata di giovedì 29 ottobre, è probabile infatti che l’indice Rt di trasmissibilità abbia superato o superi in pochi giorni la soglia dell’1.5 registrata la scorsa settimana, entrando nello scenario più allarmante.
LO SCENARIO 4 – Uno scenario che nel documento dell’ISS viene definito “Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo, con valori di Rt regionali sistematicamente e significativamente maggiori di 1,5 (ovvero con stime IC95% di Rt maggiore di 1,5)”.
L’Istituto Superiore di Sanità prevede che un indice Rt così alto possa “portare rapidamente a una numerosità di casi elevata e chiari segnali di sovraccarico dei servizi assistenziali, senza la possibilità di tracciare l’origine dei nuovi casi”, con l’unica possibile eccezione a tale scenario se l’epidemia di Coronavirus dovesse diffondersi “prevalentemente tra le classi di età più giovane”, come successo nei mesi estivi.
All’interno dello stesso scenario 4, quello peggiore, vi sono più fasi di contenimento dell’epidemia. Si va dalla chiusura di attività e l’istituzione di zone rosse locali per almeno 4 settimane, nel caso in cui il rischio fosse moderato, a zone rosse “su scala provinciale o regionale” nel caso peggiore, in pratica un vero e proprio lockdown.
Non solo. Nel documento si fa riferimento anche alla scuola: anche nello scenario meno rischioso viene prevista la possibilità di attivare la Dad, didattica a distanza, per studenti della scuola secondaria di 2° grado e dell’università, ma anche in alternativa la “chiusura temporanea di scuole/università in funzione del numero di casi”.
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