Letture
Lo scaffale
Che spazio è rimasto per la Poesia? Il punto “dell’arte povera” in un volume
Eugenio Montale – nel memorabile discorso in occasione del conferimento del premio Nobel per la Letteratura nel 1975 – osservava che nella società attuale della cultura di massa e dell’uomo robot, la poesia è ancora possibile perché è in fondo un’arte povera. Sono sufficienti un foglio di carta e una penna per scrivere una poesia, il gesto della scrittura è tecnicamente alla portata di tutti. A quasi mezzo secolo di distanza, il quesito di Montale è ancora più angoscioso: nell’era dell’Intelligenza Artificiale, ha ancora senso la poesia?
La questione si può affrontare sotto molteplici aspetti come fa questo volume, “La poesia attuale – media, editori, critica, lingua” (Edizioni Ets), realizzato da vari autori, ognuno dei quali affronta un tema specifico. Salvatore Ritrovato propone un appassionato percorso dentro al sogno della poesia, intorno a ciò che più la caratterizza e definisce alcuni sentieri attraverso cui il poeta può rimarginare le parole: un contributo che tende a scrutare lo stato di salute della nostra poesia. Martina Di Nardo analizza alcune voci poetiche forti degli ultimi due decenni, di autori che lavorano seriamente sull’uso della lingua. Matteo Bianchi illustra una mappa degli editori, grandi e piccoli, che si dedicano alla pubblicazione della poesia nel nostro paese. Alberto Fraccacreta conduce il lettore nei sentieri della stampa nazionale e spiega come viene raccontata la poesia sui giornali e sui media.
Il libro, che sviscera la maggior parte dei campi del sapere umanistico in cui il lavoro della scrittura poetica si trova ad agire, è impreziosito dal saggio introduttivo di Alberto Casadei. Si tratta dunque di un lavoro originale e meritorio perché tenta di illuminare non solo lo stato dell’arte – è il caso di dire – della poesia dal punto di vista editoriale, ma anche – diciamo così – la “possibilità” della poesia che, a conti fatti, sembra reggere eccome nell’età matura delle immagini che stiamo vivendo. Nel libro, la quantità di spunti è enorme.
Come si riconosce oggi la poesia? Non è forse, per la sua possibile brevità e semplicità, più adatta a un pubblico che non ha tempo di seguire i labirinti della trama di un romanzo o le difficoltà di un saggio? Persino i grandi testi di certe canzoni, presi come poesie, hanno dimostrato di “arrivare” a un pubblico giovane molto più di tante forme espressive artistiche. Se l’industria culturale ed editoriale la sostiene, per la poesia il futuro c’è.
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