L'appuntamento
Che succede dopo il voto ligure? L’Ora del Riformista con l’ex governatore Toti: il rigore sbagliato dal centrosinistra e le prossime regionali
Che succede dopo il voto ligure? Nel suo secondo appuntamento L’Ora del Riformista ha dato spazio al dibattito sull’esito del voto ligure, dove vince Bucci e perde il populismo giudiziario, e le ripercussioni in vista delle regionali in Umbria ed Emilia Romagna. Il centrosinistra, dopo l’inchiesta che ha obbligato l’ex governatore Giovanni Toti alle dimissioni, riesce nell’impresa di sbagliare un rigore a porta vuota. L’ex ministro Orlando si dimostra un corpo estraneo alla sua Liguria con la segretaria dem Schlein che sbaglia strategia obbedendo ai veti di Conte e del suo Movimento 5 Stelle che continua a sprofondare nei consensi. Dall’altro lato assistiamo al “ve lo avevamo detto” di Renzi e dei suoi fedelissimi di Italia Viva che provano a far pesare (più del dovuto) le poche migliaia di voti che avevano raccolto in Liguria alle scorse europee.
Se ne è parlato, nel dibattito moderato da Aldo Torchiaro, con l’ex governatore Giovanni Toti, che con la sua lista civica ha dato un supporto decisivo alla vittoria di Bucci, oltre che con la sondaggista Alessandra Ghisleri, Giovanni Mari giornalista del Secolo XIX, l’ex ministra nei governi Renzi e Gentiloni Roberta Pinotti e il direttore del Riformista Claudio Velardi che nell’editoriale di oggi ha così fotografato quanto accaduto in Liguria: “Se la destra se l’è cavata con una mossa azzeccata” ovvero candidando la persona giusta, “per la sinistra in Liguria la sconfitta si traduce come sempre nell’apocalisse. E non per il mancato funzionamento della geometria delle alleanze: quello è un problema minore, riguarda solo giochini di apparati. Ma perché qualunque appuntamento elettorale, per chi si oppone alla perfida destra, si traduce in un giudizio di Dio. Dovunque si voti, l’imperativo è vincere, non in quanto si sostiene di poter fare meglio degli altri, ma perché loro – quelli che formalmente sono definiti avversari, ma si continua a pensarli nemici – si disinteressano del bene pubblico, sono incapaci e volgari, hanno le mani nel malaffare, magari sono personalmente corrotti e perché no alleati di qualche mafia, e chi più ne ha più ne metta”.
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