La Festa di Italia Viva, che ha portato da giovedì scorso migliaia di persone ad affollare il castello di Santa Severa, ha chiuso i battenti domenica. Per quattro giorni la cittadella medioevale alle porte di Roma è diventata l’epicentro del dibattito politico più vibrante del momento. Un’occasione in cui militanti e attivisti hanno condiviso con centinaia di cittadini, simpatizzanti o semplici curiosi, i temi e lo stile di Italia Viva.

Se i primi vanno dai migranti alla sanità, dall’Europa alla pace in Ucraina, dalle riforme alla giustizia, lo stile è quello che caratterizza Iv sin dalla nascita. Ascolto e partecipazione, dialogo e argomentazione. Sempre nel merito e mai fuori scala, provando a condire con garbo anche le critiche più aspre. Una comunità che non fischia e non urla, non insulta e non inveisce, cresciuta sulla cultura del confronto e sul ripudio delle logiche da stadio. I dibattiti che hanno riempito di persone l’arena al centro del castello – e ancora di più, di idee il dibattito pubblico – hanno messo insieme esponenti del governo e dell’opposizione, a partire dai parlamentari di Italia Viva.

E non solo loro. Invitata, Elly Schlein purtroppo ha dovuto declinare l’opportunità di confrontarsi con Matteo Renzi sulla piattaforma riformista necessaria a governare l’Italia. Delle grandi questioni non parla. “Ne parlerò quando saremo al governo”, ha risposto la segretaria del Pd in questi giorni. Si preannuncia una lunga attesa.

L’atmosfera a Santa Severa è un po’ più frizzante, “vivace” proprio come si definisce chi aderisce ad Italia Viva. Lo si è capito da subito. Da quando, giovedì scorso, a fare gli onori di casa per il saluto di benvenuto era stato il sindaco di Santa Marinella, Pietro Tidei, del Pd. In seguito, per gli onori di casa della comunità di Italia Viva, la coordinatrice nazionale, Raffaella Paita e la figlia di Pietro, Marietta Tidei (consigliera regionale del Lazio di Iv), seguito da Luciano Nobili (consigliere regionale del Lazio di Iv).

L’incontro successivo non è stato da meno, e ha visto alle 18 il dibattito sul lavoro: “Una repubblica fondata sul lavoro”, con la ministra Elvira Calderone, Luigi Sbarra (segretario Cisl), Teresa Bellanova (dirigente Iv), Silvia Fregolent (senatrice Iv). Alle 21 “(In)giustizia: riformarla si può?”, con il ministro Carlo Nordio e Roberto Giachetti (deputato Iv).

L’indomani, venerdì, la festa ha messo al centro il pianeta sanità. “Una Sanità gratuita e universale: come sta il nostro Ssn?”, è stato il titolo del panel con il ministro Orazio Schillaci, Lisa Noja (consigliere regione Lombardia Iv), Massimo Cicozzi (direttore dell’Unità epidemiologica all’Università Campus Biomedico di Roma), Mauro Marè (Professore ordinario di Scienza delle Finanze all’Università Luiss di Roma e presidente della “Commissione per le spese fiscali” del ministero dell’Economia e delle Finanze), Daniela Sbrollini (senatrice Iv), Annamaria Parente (dirigente Iv). La serata di venerdì, sotto un cielo stellato, alle 20 si è aperto il dibattito sull’Europa: “Svegliati Europa! Dal Pnrr alle riforme, le sfide dell’Italia in Ue”, con il ministro per gli Affari europei, per le politiche di coesione e per il Pnnr, Raffaele Fitto, Nicola Danti (eurodeputato Renew Europe), Piero De Luca (capogruppo Pd in Commissione Politiche Ue della Camera) e Marietta Tidei.

Sabato ha visto aumentare considerevolmente gli ospiti presenti. I volontari testimoniano: esauriti i 700 pass disponibili per gli accrediti all’ingresso. Il primo incontro, alle 18, guardava alla geopolitica: “Il mondo dopo l’invasione dell’Ucraina”, con Stefania Craxi (presidente Commissione Affari Esteri Senato), Lorenzo Guerini (presidente del Copasir), Benedetto della Vedova (deputato Più Europa), Enrico Borghi (capogruppo Azione-Italia Viva in Senato), Luciano Nobili (consigliere regione Lazio Iv). E non meno attuale e urgente il confronto delle 21, dedicato ai migranti. “Immigrazione, sicurezza e cittadinanza. Governare il presente”, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, Davide Faraone (deputato Iv), Maria Chiara Gadda (deputata Iv).

Nella mattinata di domenica dalle 9 si sono riuniti i Consiglieri Regionali e comunali. Hanno moderato: Raffaella Paita (coordinatrice nazionale Iv), Naike Gruppioni (deputata Iv). Nella giornata di domenica, dalle 15 si è parlato di Economia: “Un fisco più leggero è possibile?”, con il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, Luigi Marattin (deputato Iv), Mauro Del Barba (deputato Iv) e alle 16,30 “Riforme istituzionali: la volta buona?”, con la ministra Elisabetta Casellati, Maria Elena Boschi (deputata Iv), Ivan Scalfarotto (senatore Iv).

Ma il momento più atteso della quattro giorni è stato certamente l’appuntamento con Matteo Renzi, che ha parlato dal palco alle 11 di domenica. I presenti superano il migliaio di persone, il doppio della capacità prevista dall’arena dei dibattiti. Solo posti in piedi, per il leader di Iv. Il cronista può verificarlo avvicinandosi all’evento: già un’ora prima era impossibile parcheggiare nel raggio di un chilometro dal castello.

Le parole di Renzi soddisfano l’attesa. “Un euro in cultura, un euro in sicurezza. Inutile fare gli show a Caivano se non si fanno campi sportivi, oratori, centri per i doposcuola. La premier? Ha messo in piedi la Meloni travel“. Renzi catalizza e carica di energia la platea. “C’è un problema e lei fa un viaggio – prosegue il fondatore di Italia Viva – perché per lei il tema è come appare. Ma venir via dal G7 non si fa. Meloni è andata via perché la stampa la chiamava e doveva andare di corsa in Emilia Romagna. Così – prosegue – si è fatta la coda, si è messa gli stivali ed è andata a farsi la passeggiata nei luoghi dell’alluvione. Risultato immediato? L’empatia della premier. Ma dopo quattro mesi non è arrivato un euro ai cittadini allora la prossima volta cara Giorgia prenditi qualche ora in più per parlare con Zelensky in Giappone e dì alla ragioneria di tirare fuori i soldi”.

Proprio il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha chiuso il suo intervento alla Festa di Italia Viva preannunciando che “Il dibattito parlamentare dovrà fare luce su un possibile recepimento del Mes. Si discuterà di questo e si vedrà se potrà essere la merce di scambio per la rivisitazione del Patto di stabilità”.

Ed è solo una delle notizie che emergono da questa rara occasione di confronto, da questa festa della democrazia. Matteo Renzi rilancia: il Governo “non affronta la crisi economica. La politica parla solo del salario minimo perché è battaglia populista del campo largo. Non si parla mai del ceto medio che non ce la fa più”. Presentando il nuovo progetto politico Il Centro, Renzi ha ribadito: “Noi siamo alternativi al governo Meloni e siamo alternativi a questa opposizione. Noi siamo il partito del lavoro” perché “se non fai le opere pubbliche davvero tutti i sussidi sono buttati via. In Sicilia i 5 stelle che servono sono gli alberghi, non i grillini. L’afflusso di qualità deve avere delle infrastrutture, non è possibili che ci metti quattro ore e mezzo da Palermo a Catania. Allora dico provocando che è meglio fare il ponte sullo stretto che continuare a dare il reddito di cittadinanza per combattere la povertà. Perché i 100mila posti di lavoro del Ponte sullo stretto creano più possibilità di lavoro”. “‘Ah ma tu vuoi entrare in maggioranza’ mi dicono. Siamo gli unici – sottolinea – all’opposizione del governo di Giorgia Meloni, convinti che non stiano facendo nulla per questo Paese. Così come siamo convintamente all’opposizione della peggiore opposizione che potessimo immaginare in questo Paese con Conte e Schlein. Il Centro è l’alternativa al partito dei sussidi e dello slogan mentre noi siamo il partito del lavoro, noi non facciamo dispettucci ma facciamo proposte”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.