Dopo il caso Boccia e le dimissioni di Gennaro Sangiuliano, a prendere il suo posto come ministro della Cultura è stato Alessandro Giuli. Il giornalista ha giurato davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale nel tardo pomeriggio del 6 settembre e avrà soli pochi giorni per preparare il G7 della Cultura. Per la premier Meloni, Giuli “proseguirà l’azione di rilancio della cultura nazionale, consolidando quella discontinuità rispetto al passato che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.

Chi è Alessandro Giuli, il nuovo ministro della Cultura dopo Sangiuliano

Alessandro Giuli di professione è un giornalista, molto noto negli ambiti della destra. È nato a Roma il 27 settembre 1975, ha quindi 48 anni e da ragazzo ha militato in un movimento politico di estrema destra conosciuto come Meridiano Zero. Frequenta l’università La Sapienza e studia filosofia, ma non si è laureato non discutendo la tesi. È sposato con una collega giornalista, Valeria Falcioni, e la coppia ha due figli nati, nati nel 2016 e nel 2019.

La carriera giornalistica

Inizia la carriera giornalistica in alcune testate locali per poi fare il salto al Foglio. Lì diventa giornalista professionista nel 2004 e solo quattro anni più tardi, nel 2008, è nominato vicedirettore e poi condirettore fino al 2017. In quell’anno, per alcuni mesi, diventa direttore di Tempi, fino a novembre. Poi collabora con altre testate o siti, da Linkiesta, a Il Tempo, passando per Libero e il Corriere dell’Umbria. Spesso ospite in televisione, tra il 2019 e il 2020 è fisso nella trasmissione Patriae su Rai2. Nel 2020 conduce le due puntate di Seconda Linea sempre su Rai2 insieme a Francesca Fagnani, ma il programma viene chiuso quasi subito.

I libri scritti e la direzione del Maxxi tra Sgarbi e Morgan

Ha scritto diversi libri tra cui “Il Passo delle oche, l’identità irrisolta dei postfascisti”, Einaudi, 2007; “Venne la magna madre. I riti, il culto e l’azione di Cibele romana”, Settimo Sigillo, 2012 e “Gramsci è vivo. Sillabario per un’egemonia contemporanea”, Rizzoli, 2024. Con l’ascesa del governo di Giorgia Meloni, l’ormai ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano lo nomina presidente della Fondazione Maxxi a partire dal 12 dicembre 2022. E proprio da presidente del Maxxi, Giuli è finito al centro delle polemiche perché ha inaugurato il programma estivo dell’anno scorso con un dialogo tra Vittorio Sgarbi e Morgan finito tra insulti, frasi sessiste e volgarità. Tanto che lo stesso Giuli ha dovuto chiedere scusa.

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