Alexey Navalny, grande oppositore di Vladimir Putin è morto in carcere, lo riporta l’agenzia russa Tass, secondo la quale le cause della morte sono in fase di accertamento. Secondo i comunicati delle agenzie russe Navalny si sarebbe sentito male dopo una passeggiata e sarebbero state eseguite tutte le procedure di rianimazione. Navalny ha una storia difficile alle spalle. L’oppositore di Putin è stato arrestato tre volte nel 2017 per aver organizzato manifestazioni e proteste contro la corruzione russa e direttamente contro Vladimir Putin.

Arresti per i quali la Corte Europea dei diritti dell’uomo condanna la Russia a risarcirlo con 50mila euro per danni morali, oltre 1.000 euro per danni materiali e 12.653 euro per le spese sostenute. Per i giudici di Strasburgo, intatti, era stato arrestato per “sopprimere il pluralismo politico”.

Alexey Navalny scampato all’avvelenamento nel 2020: oggi è morto in carcere

Nel 2020 mentre con la sua portavoce è in volo da Tomsk a Mosca perde i sensi ed entra in coma. Trasportato a Berlino per le cure (operazione non poco controversa) è un portavoce del governo tedesco ad avanzare l’ipotesi dell’avvelenamento. Le analisi su Navalny infatti avevano riscontrato la presenza del Novichok, agente nervino già utilizzato per avvelenare l’ex spia Sergej Skripal nel 2018. Dopo una lunga convalescenza, sceglie di sfidare di nuovo il potere. Torna in Russia e viene ancora una volta arrestato e condannato a due anni e otto mesi di carcere.

La carriera politica e l’opposizione di Alexey Navalny

Alexei Navalny si è spento a quarantasette anni lasciando moglie e due figli. Nasce da una famiglia di origini ucraine e, avvocato di formazione, inizia la sua carriera politica nel 2000 tra le file del partito di opposizione Yabloko, di cui diviene presto uno dei volti più noti per le critiche nei confronti della leadership del Paese, governato da quelli che lui definisce “ladri e corrotti”. Nel 2007 lo strappo con il partito e la nascita del suo blog in cui racconta episodi di corruzione all’interno della Russia e attacca direttamente Putin, che non si lascia certo attaccare.

Grazie a una serie di video-inchieste sugli affari e la corruzione del Presidente e dei principali oligarchi Navalny si fa conoscere, anche all’estero, come il maggiore esponente della lotta all’autoritarismo del Cremlino e l’icona della Russia liberale e repressa.

L’opinione di Navalny sulla guerra in Ucraina: conflitto più “stupido” e “insensato” del XXI secolo

Nel frattempo Mosca invade l’Ucraina. Navalny parla della guerra come del conflitto più “stupido” e “insensato” del XXI secolo e “basato sulle bugie”. Definisce Putin “un pazzo che ha messo le sue grinfie sull’Ucraina”.

Nell’agosto di quest’anno viene condannato ad altri 19 anni di carcere per aver “presumibilmente finanziato attività estremiste, incitato pubblicamente ad attività estremiste” e “riabilitato l’ideologia nazista”. Durante la detenzione, il Parlamento europeo gli ha assegnato il Premio Sacharov per la libertà d’espressione. Riconoscimento ritirato dalla figlia.

Redazione

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