Cronaca
Chi è Behgjet Pacolli, l’ex ministro degli esteri del Kosovo entrato nel caso di Denise Pipitone
Denise Pipitone e il suo caso, la sua scomparsa nel nulla, nel 2004 a Mazara del Vallo, è tornato d’attualità dopo la puntata di Chi l’ha visto del 31 marzo 2021. E con la sua storia riemerge anche il nome di Behgjet Pacolli, esperto di rapimenti internazionali, citato durante la trasmissione. Chi l’ha visto ha infatti portato all’attenzione l’appello di una ragazza russa di 21 anni, l’età che avrebbe oggi Denise, Olesya Rostova, che ha lanciato un appello per ritrovare la sua madre biologica in un programma sul primo canale russo. L’esame del Dna potrà chiarire se la ragazza è davvero la bambina sparita nel nulla in Sicilia quasi 17 anni fa.
Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, ha espresso una cauta speranza. L’avvocato Giacomo Frazzitta potrebbe recarsi molto presto in Russia. Che cosa c’entra tuttavia questo personaggio misterioso ed enigmatico, Behgjet Pacolli, con il caso di Denise Pipitone? Pacolli è un imprenditore e politico kosovaro con cittadinanza svizzera. Classe 1951, è stato anche ministro degli Esteri del Kosovo dal 2017 al 2020. Ha fondato una società di costruzioni, la Mabetex Project Engineering, nel 1990, diventata Mabetex Group. Il gruppo di affari ha esteso il suo interesse al settore delle assicurazioni, dei media e ancora ad altri campi. Pacolli è presidente e amministratore delegato, è considerato l’uomo di origini albanesi più ricco al mondo.
L’imprenditore è noto in Italia anche per aver sposato nel 1999 la cantante Anna Oxa. I due hanno divorziato nel 2002. Ha definito quello con la cantante, che ha vinto due volte il Festival della Canzone di Sanremo, un rapporto “totalizzante”, in un’intervista alla rivista Oggi. Il matrimonio venne definito dai giornali “in stile Kusturica”, una vistosa cerimonia, presso Villa Magni Rizzoli a Canzo.
Pacolli ha tre figli e tre figlie. Ha realizzato progetti e investimenti in Russia, Italia, Kazakistan, Uzbekistan, Mongolia. Oltre a essere stato titolare degli Esteri del Kosovo è stato Presidente della Repubblica del Kosovo e Primo vice Premier. Ha fondato il partito politico Alleanza per un Nuovo Kosovo. Si ricorda in particolare, nella sua attività politica, l’impegno per la liberazione di diversi operatori delle Nazioni Unite a Kabul, in Afghanistan. Ha fondato a Lugano la Fondazione per l’Organizzazione e la Ricostruzione del Kosovo e ha costruito e ammodernato l’Università Americana di Pristina. È stato insignito del titolo di Cavaliere della Pace. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo.
Pacolli anni fa si interessò anche della scomparsa di Denise Pipitone, avendola definita un “sequestro internazionale”, situazione simile a quelle delle quali lui stesso si era occupato in diverse occasioni. Aveva espresso l’intenzione di pubblicare un annuncio sui maggiori quotidiani italiani. “Dateci un segno che Denise sia viva”, con numeri di telefono e indirizzi svizzeri per intavolare la trattativa. Un appello che però non fu mai pubblicato. Il 3 dicembre 2004 un messaggio anonimo sul telefono di Piera Maggio, inviato da una cabina telefonica, annunciava il trasferimento di Denise dalla Svizzera alla Francia.
“Abbiamo pensato che ci fosse stata la mediazione di Pacolli”, il commento dell’avvocato Frazzitta a Chi l’ha visto?. Il magnate però sparì nel nulla, proprio in quel momento, per diversi mesi. Irreperibile. Nessuna traccia neanche di Denise. Quando si rifece vivo il magnate escluse qualsiasi tipo di rapimento della bambina da parte di un gruppo di nomadi nei Balcani . “Avevamo pensato che quest’uomo avesse trovato effettivamente Denise viva, ma perché lo ha fatto me lo chiedo ancora oggi”, l’amaro commento dell’avvocato. Il suo ruolo e le incomprensioni che scaturirono, resero tutta la situazione ancora più enigmatica.
La pista del rapimento era emersa dopo che una guardia giurata aveva visto a Milano una bambina con il volto coperto nell’ottobre del 2004. Piera Maggio, in un’intervista del 2005, disse quindi che “la pista dei rom è parsa la più convincente soprattutto quando, il 18 ottobre 2004, gli inquirenti mi mostrarono il video girato a Milano. Quella era proprio Denise. Ne sono certa. Ma quel gruppo di zingari non si è mai fatto vivo. Cosi, il 3 novembre, quando il legale del signor Pacolli ha telefonato al mio avvocato dicendo di voler collaborare nelle ricerche perché conosce bene l’ambiente dei rom, io sono rimasta molto contenta e colpita. Attendevo una soluzione. Posso solo dire che il risultato non c’è stato”.
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