È al suo ruolo più importante, quello sicuramente più chiacchierato e più difficile. Chiara Bono è la giovanissima attrice che presterà il suo volto per il film Netflix, uscito il 5 novembre sulla piattaforma streaming, sull’omicidio di Yara Gambirasio.

Yara: il mio nome significa farfalla” è il nome del film girato dal regista Marco Tullio Giordana che ricostruisce la storia tragica del caso della 13enne ginnasta scomparsa a Brembate di Sopra, nella Bergamasca, nel 2010, ritrovata senza vita tre mesi dopo. Per quella morte sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo Massimo Giuseppe Bossetti, arrestato dopo una complessa indagine che aveva portato tra le altre cose ad esaminare il dna di tutta la popolazione di Brembate.

Chiara Bono ha esordito nel 2018 in un episodio della fortunata fiction Rai “Don Matteo”, vestendo i panni di Elisa, una ragazza che ha una relazione con Giacomo Rispoli, capitano della squadra di rugby rimasto vittima di un’aggressione. Dopo un anno il ritorno sul piccolo schermo per “Che Dio ci aiuti”, altra fiction Rai in cui ha interpretato Lara, la figlia di un’amica di Suor Costanza.

Il ruolo più importante e delicato prima del film Netflix di Marco Tullio Giordana è stato quello in cui Chiara ha interpretato la senatrice a vita Liliana Segre nel docufilm “Figli del destino”, trasmesso da Rai Uno.

Proprio il regista del film, che in passato ha diretto pellicole come “I cento passi” e “La meglio gioventù”, ha cercato di ‘proteggere’ la giovane attrice: “Mi sono preoccupato che non fosse scossa, sono ruoli che spaventano. Ha talento, solarità, innocenza, voglia di vivere… Sono le caratteristiche che aveva Yara“, ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera.

Nella serie prodotta da Taodue e RTI il pubblico ministero Letizia Ruggeri è interpretato da Isabella Ragonese, Roberto Zibetti è Massimo Bossetti, mentre Alessio Boni è un colonnello dei carabinieri.

Un film diffuso oggi tra le polemiche. La famiglia Gambirasio ha fatto sapere tramite il suo avvocato che non c’è stato alcun accordo con il regista. Solo una telefonata a cose fatte. Bossetti, condannato all’ergastolo, ha dichiarato al settimanale Oggi che “non siamo stati consultati dal regista, un errore viste le mancanze del film, ci sono gravi inesattezze”.

Redazione

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