Le elezioni e il nuovo statuto
Chi è Davide Prosperi, il nuovo presidente (ad interim) di Comunione e Liberazione

Davide Prosperi è il nuovo presidente “ad interim” di Comunione e Liberazione. Il docente di biochimica all’Università Bicocca guiderà il movimento per un anno almeno. Prosperi era il braccio destro di don Julián Carrón, il Presidente che si è dimesso anticipatamente la settimana scorsa.
Carrón, indicato dal fondatore don Luigi Giussani, guidava il movimento dal 2005. Il sacerdote spagnolo di 71 anni ha commentato la sua scelta, presa per “favorire – come ha spiegato in una nota – il cambiamento a cui siamo chiamati dal Santo Padre” anche se “in questo momento così delicato della vita del movimento”. Il decreto della Santa Sede approvato da Papa Francesco lo scorso 11 giugno impone un limite di cinque anni di mandato e un massimo di dieci consecutivi in tutte le associazioni internazionali di fedeli laici.
Prosperi ha chiarito che, ai sensi dell’articolo 19 dello statuto della Fraternità, è subentrato al presidente dopo le dimissioni in quanto vicepresidente. Il prefetto del dicastero per i Laici, il cardinale Kevin Farrell, gli ha quindi riconosciuto i pieni poteri dell’incarico ad interim. Le elezioni si terranno, come da Decreto generale, non prima che siano trascorsi 12 mesi dall’inizio del suo incarico.
Prosperi nella sua lettera al movimento scrive che il primo passo per l’elezione del presidente sarà l’approvazione di un nuovo statuto che dovrà essere sottoposto al Vaticano. Prima di quel momento “il prefetto mi ha invitato a spendermi perché la vita della Fraternità venga alimentata e le sue attività non siano sospese. Mi ha dunque affidato la grande responsabilità di fare in modo che continui ad essere assicurata a tutti noi una chiara proposta educativa, perché la nostra esperienza si incrementi anche in questa fase di passaggio. Chiederò da subito ad altri di aiutarmi in questo compito così delicato”.
Il presidente chiosava così la sua lettera: “Ho accettato l’incarico che ricopro come atto di obbedienza al Santo Padre e desidero svolgerlo come un servizio alla vita della nostra compagnia e di ciascuno di voi. Nei limiti del possibile, vorrei ascoltare tutti e dare spazio all’iniziativa di chiunque voglia collaborare. Il compito di testimonianza che Dio ci affida è grande e, come ci ha ricordato don Julián nella sua ultima lettera, in questo momento particolare ciascuno è chiamato ad assumersi la responsabilità del carisma. Chiedo a ciascuno di voi di aiutarmi a portare la mia con un anticipo di fiducia e di stima”.
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