La politica come passione
Chi è Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd: la storia di famiglia, l’ascesa politica fino alla vittoria alle primarie
A 37 anni Elly Schlein è la prima donna ad essere stata eletta segretaria del Pd. Ed è anche la più giovane segretaria del partito. Ha battuto Stefano Bonaccini alle primarie con il 53, 80%: un risultato per nulla scontato visto che lo sfidante era ritenuto come ampiamente favorito anche nei sondaggi. Da settembre Shlein è una deputata, precedentemente è stata per due anni e mezzo vicepresidente della Regione Emilia Romagna, durante la presidenza di Bonaccini. Prima ancora è stata europarlamentare. La sua carriera politica è iniziata da giovanissima.
Nata a Lugano, in Svizzera, la sua passione politica è probabilmente frutto di una storia familiare che ha radici molto profonde. Suo nonno materno era Agostino Viviani, partigiano e poi senatore del Partito Socialista e presidente della Commissione Giustizia del Senato e, dal 1994 al 1998, membro laico del Consiglio superiore della magistratura. Il nonno paterno invece emigrò negli Stati Uniti da Leopoli, che oggi si trova in Ucraina, per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei, approdando come tanti che cercavano rifugio a Ellis Island. Suo padre è Melvin Schlein, un politologo e accademico statunitense, professore emerito di Scienze politiche e ha un passato da assistant director nella sede bolognese della Johns Hopkins University. Sua madre è italiana, Maria Paola Viviani, è professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato presso la facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi dell’Insubria. Suo fratello è il matematico Benjamin Schlein (1975) e sua sorella Susanna Schlein (1978) è primo consigliere diplomatico all’Ambasciata italiana ad Atene ed ex-capo della cancelleria consolare dell’ambasciata italiana a Tirana. Nel 2020 mentre era ospite a L’Assedio, il programma di Daria Bignardi, Schlein aveva fatto coming out, dicendo di avere una ragazza ma si è sempre dichiarata bisessuale.
Schlein arrivò a Bologna a 19 anni, dove studiò giurisprudenza e mosse i primi passi nella politica universitaria. Si laureò con il massimo dei voti con una tesi di laurea sulle persone straniere detenute nelle carceri italiane. Nel 2008 partecipa a Chicago come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali statunitensi di quell’anno; nel 2012, sempre a Chicago, partecipa anche alla campagna di Obama per la sua rielezione alle presidenziali. Nel 2013 diventò una delle animatrici di OccupyPD, un movimento formato soprattutto da giovani attivisti e attiviste del partito che si opponevano all’eventualità di un governo di “larghe intese” con il centrodestra. Si fece subito notare tanto che a 29 anni si candidò alle europee e vinse con 53mila preferenze. Al Parlamento Europeo Schlein si è occupata soprattutto di immigrazione.
Nel 2015 Schlein uscì dal Partito Democratico in polemica con la svolta imposta al partito da Matteo Renzi per unirsi a Possibile, il partito di sinistra fondato da Pippo Civati, da cui però si allontanò progressivamente. Dopo anni lontano dal partito iniziò a lavorare a una lista con cui si sarebbe presentata alle elezioni regionali in Emilia-Romagna. Risultò la candidata col consenso personale più alto e Stefano Bonaccini, che vinse confermandosi per un secondo mandato consecutivo, la nominò vicepresidente affidandole la delega al welfare e alle politiche per il clima. Alle politiche di settembre 2022 si è candidata alla Camera del Deputati come indipendente nelle liste del PD, in posizione di capolista in un collegio plurinominale in Emilia Romagna. Una volta eletta si è dimessa da vicepresidente della regione. Fa parte della commissione Affari costituzionali. Poi la vittoria alle primarie Pd e il suo nuovo ruolo da leader.
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