Enrico Mezzetti non ha voluto stringere la mano a Vittorio Sgarbi. “Da quando è finito il covid ci si dà la mano, ma il presidente dell’Anpi ha preferito non darmela”, ha detto dal palco il sottosegretario alla Cultura. “È tragico che finti antifascisti in nome di un’idea equivoca di ‘libertà’ abbiano tentato d’impedirmi di parlare, e cioè di negare quella libertà di espressione che dovrebbe essere uno dei valori fondanti di questa ricorrenza”. La tensione è andata in scena a Viterbo, ieri 25 aprile, in occasione della giornata della Liberazione.

Il video è diventato virale. Mezzetti è stato eletto nel 2016 a 72 anni presidente dell’Anpi provinciale di Viterbo, avvocato cassazionista. A Tusciaweb, alla vigilia del 25 aprile, aveva dichiarato: “La destra non ha il coraggio di essere antifascista”. Il corteo è partito da piazza San Sisto per terminare a piazza San Lorenzo. Quando Sgarbi stava salutando i presenti con la fascia tricolore stretta in vita, Mezzetti è rimasto impassibile con le mani dietro la schiena. “Mi sono rifiutato di stringere la mano a Vittorio Sgarbi perché è una persona che non stimo”, ha detto allo stesso media.

“Perché il discorso che ha fatto in piazza non lo va a fare anche al governo di cui fa parte? Perché non lo va a fare a Giorgia Meloni, a Ignazio La Russa, a Francesco Lollobrigida? Perché, quando queste persone dicono certe cose sul fascismo, Sgarbi non prende posizione. E se non lo va dire lì, non lo va a dire al suo governo, devo pensare che stiamo parlando solo di opportunismo e di una persona che punta solo alla poltrona. Perché non va a parlare con loro di antifascismo e poi non ne trae le conseguenze?”.

Si è detto stupito dalla polemica. “Quello che è successo a Viterbo è la prova di come c’è chi utilizza il 25 aprile come strumento di lotta politica. Tutto ciò è inaccettabile”, ha replicato Sgarbi. Del caso si continua a parlare anche il giorno dopo. Il 25 aprile ancora non è finito, nonostante la lettera della Presidente del Consiglio pubblicata sul Corriere della Sera e le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

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