Chi è Evaristo Scalco, l’operaio che ha ucciso con una freccia un uomo in strada: “Faceva baccano”

Infastidito dal baccano proveniente dalla strada, dove due persone stavano litigando, ha impugnato la balaustra e ha scoccato una freccia dalla finestra di casa, colpendo un uomo di 41 anni morto dopo poche ore in ospedale. Far west nel centro storico di Genova dove Javier Romero Miranda, origini peruviane, è deceduto in mattinata all’ospedale San Martino dove era arrivato in condizioni disperate dopo essere stato trafitto al torace dalla freccia.

L’episodio è avvenuto poco dopo le due di notte nel quartiere della Maddalena. A scoccare il dardo il 63enne Evaristo Scalco, arrestato dai carabinieri: dovrà difendersi dall’accusa di omicidio volontario. Ai militari ha spiegato di essersi fabbricato da solo l’arma perché appassionato di bricolage. L’uomo, operaio navale che vive a Varese, avrebbe insultato i due litiganti in strada prima di rientrare in casa, armarsi di balaustra e sferrare il colpo rivelatosi poi mortale. Nel corso della perquisizione in casa sua, i militari hanno sequestrato tre archi e una trentina di frecce, tutto fabbricato artigianalmente dall’arrestato.

Il 41enne è deceduto nella Rianimazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova. La morte è avvenuta alle 13.05. Era stato sottoposto a un delicato e lungo intervento chirurgico, iniziato alle 3 di questa notte, che purtroppo non ha sortito gli effetti sperati. Lo stesso Scalco, dopo aver scagliato la freccia dalla finestra di casa, è sceso in strada per soccorrere il 41enne: ha cercato di estrarre dal corpo il dardo che si è spezzato.

“Spero che i magistrati applichino il massimo rigore per chi ha compiuto questo gesto sconsiderato e che nessuno lo giustifichi, anche indirettamente”. Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, commentando la morte del 41enne peruviano- “Non esiste – sottolinea il governatore della Liguria – movida, rumore o qualsiasi altra situazione che possa giustificare una simile reazione. Collegare, in qualsiasi modo, un gesto omicida con il divertimento dei giovani, pure con tutte le sue problematiche, sarebbe – conclude Toti – il secondo elemento sconsiderato di questa triste vicenda”.