Qualche attimo di tensione a Trieste, dove oggi si protesta contro l’estensione dell’uso del Green Pass, si è verificata quando l’ex consigliere ed ex pugile Fabio Tuiach ha provato a impedire a un’automobile di entrare all’ingresso del varco 4 del porto. Gli stessi lavoratori (circa duemila stanno manifestando) avrebbero trattenuto Tuiach, tra i volti più noti della protesta annunciata nei giorni scorsi dai portuali del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. A dispetto di una carriera pugilistica ragguardevole, una politica costellata di uscite a dir poco infelici e spesso deliranti quella dell’ex boxeur.
Tuiach è nato nel giugno del 1980 e ha cominciato a lavorare da portuale fin da giovanissimo, dopo aver conseguito la licenza media. Da pugile è cresciuto sotto la guida dell’ex campione italiano dei pesi piuma Nevio Carbi. Categorie mediomassimi e massimi. Il suo record da professionista recita 36 incontri, 29 vinti con 16 per ko, e 7 sconfitte.È stato campione italiano dei mediomassimi juniores e convocato con la nazionale agli internazionali di Londra. Vent’anni fa la sconfitta in finale nei campionati assoluti nei pesi supermassimi contro Roberto Cammarelle, futuro campione olimpico. È diventato campione italiano battendo il campione Paolo Ferrara al settimo round nel 2006. L’anno dopo ha conquistato il titolo del Mediterraneo WBC. A Trieste, nel 2014, ha conquistato il titolo italiano dei massimi. È diventa di nuovo campione italiano nel 2018 sul ring di Sequals nell’incontro Clou al Trofeo Carnera.
Tuiach è stato eletto alle elezioni amministrative del 5 giugno 2016 a Trieste in quota Lega come consigliere comunale. A causa di alcune sue dichiarazioni sul femminicidio (che a suo dire non esiste, “un’invenzione della sinistra”), il vicesindaco ne chiese l’espulsione e lui passò a Forza Nuova per poi passare un anno dopo al Gruppo Misto come indipendente. È proprio per le sue dichiarazioni e posizioni che Tuiach è diventato noto. Maometto? “Un pedofilo”. Stefano Cucchi? “Spacciatore eroinomane”. Cittadinanza onoraria a Liliana Segre? “Da profondamente cattolico mi sono sentito un po’ offeso perché ha detto che Gesù era ebreo, quindi mi astengo”. Pandemia? “Dovevo portare la mozione per multare le mogli con il mal di testa” e che quindi si sarebbero negate a fare sesso con i propri mariti o compagni durante il lockdown. L’atto omossessuale? “Rito di iniziazione satanica”.
Delirante e ai limiti della censura un post in occasione di un’aggressione omofoba a Trieste: “Un esponente LGBT è stato picchiato e scoppia il caso omofobia a Trieste, siamo in campagna elettorale e succede ogni volta ma forse ha litigato con il fidanzato per la vasellina. Grande solidarietà da parte di tutte le forze politiche ma ricordiamoci che in più di un terzo dei paesi al mondo non esiste il problema omofobia perché per i gay c’è il carcere o la pena di morte. Noi avevamo il rogo un tempo, mentre in Russia c’è la legge anti-gay come in tutto l’est e per questo loro non accolgono palestrati che fuggono da paesi omofobi”.
A La7, commentando le manifestazioni e gli scontri contro l’estensione dell’obbligo del Green Pass a Roma di sabato scorso, Tuiach ha detto: “Cosa hanno fatto di sbagliato a Roma? Fiore, Castellino e tutti i miei amici giù a Roma, hanno pensato a difendere i propri familiari, il proprio lavoro, gli ultimi veri duri e puri restano loro”. Proteste – sit-in autorizzato ma non il corteo – che hanno tenuto sotto scacco per ore il centro di Roma, con la sede della CGIL assaltata e tensioni nei pressi di Palazzo Chigi, e portato all’arresto di diversi esponenti di Forza Nuova, tra cui appunto Fiore e Castellino.
“Noi lavoriamo con la Turchia, dove non hanno il Green Pass, c’è Erdogan che è l’uomo forte. E non l’hanno neanche in Germania il Green Pass. O siamo i più scemi di tutti o abbiamo i politici più traditori e venduti. Io credo che è la seconda. Perché la gente lotta. Tutti i politici hanno tradito. Quando i politici – arringava stamane a Trieste l’ex consigliere – hanno tradito il popolo deve lottare per difendersi. Mia moglie è una commessa in un super mercato e senza green pass non può lavorare e quindi lotto anche per lei. Non ce lo facciamo il vaccino, perché? Per la malattia così terribile che bisogna trovare gli asintomatici e quando muore un ragazzino lo scrivono su Repubblica e lo vedete tutti. Non muoiono tutti, per carità, a tanti il vaccino non fa nulla però ogni tanto, ha tante controindicazioni e qualcuno sta male forte. No, non ci stiamo”.