È probabilmente la rivelazione dei principali campionati d’Europa, è giovane e guida la sua squadra con idee brillanti e felici intuizioni. Francesco Farioli, 34 anni, lucchese, laureato in filosofia a Firenze, sta guidando il Nizza dei miracoli, capolista in Francia con un punto di vantaggio sul miliardario Psg. Il ruolino di marcia dei rossoneri parla chiaro: sette vittorie (quattro consecutive nelle ultime uscite) e quattro pareggi, nessuna sconfitta (tra i pochi imbattuti nei campionati top 5 del nostro continente). Stasera a Montpellier ci sarà la possibilità di allungare la serie e per almeno un giorno aumentare il distacco dagli inseguitori. È la difesa – solo quattro reti incassate come nessun altro in Europa – il punto di forza della squadra del tecnico barghigiano che invece deve fare i conti con un attacco tutt’altro che pirotecnico (solo 13 le reti messe a segno). Tra le imprese di questo avvio di stagione va registrata sicuramente la vittoria al Parco dei Principi: era il 15 settembre quando Mbappé e soci dovettero inchinarsi all’organizzazione del Nizza, 2 a 3 il clamoroso risultato finale.

L’inizio in panchina nel 2008

“Fariolì” ormai è sulla cresta dell’onda e la sua carriera sembra destinata a subire presto una nuova impennata: cresciuto mangiando il pane duro delle serie minori, rappresenta per molti il simbolo del successo per chi abbia idee innovative e voglia di mettersi in discussione. Farioli è arrivato alla Ligue 1 senza passare dalla Serie A, neppure da calciatore: la sua carriera parla di un trascorso come portiere tra i dilettanti del Margine Coperta. Dal 2008 ha iniziato la precocissima carriera da tecnico come vice alla Fortis Juventus, poi un paio di collaborazioni con Lucchese e Qatar prima del primo grande salto: a lanciarlo è stato Roberto De Zerbi, folgorato da una sua analisi tattica pubblicata ai tempi in cui l’allenatore veneziano lavorava a Foggia. Insieme hanno lavorato a Benevento e poi al Sassuolo. Farioli accanto a De Zerbi ha potuto raffinare le sue idee e consolidare il suo credo calcistico basato sull’importanza della costruzione del gioco dal basso, oltreché sul dogma del possesso palla e dell’aggressione dell’avversario. Un calcio moderno che non ha disdegnato alcune volte di derogare e concedere qualcosa alle ripartenze (un tempo si chiamavano contropiede), come in occasione della vittoria a Parigi.

Il percorso

Dall’Italia alla Turchia, Farioli è stato vice-allenatore all’Alanyaspor nel 2020/21, l’anno successivo finalmente si è cimentato nel ruolo di allenatore in prima Fatih Karagümrük, stabilendo un record: a 31 anni è stato l’allenatore più giovane della storia dei campionati continentali. L’anno successivo di nuovo all’Alanyaspor, quest’anno Nizza. E in Costa Azzurra si sogna, con il “De Zerbi di Francia” arrivano bel gioco e risultati. Non sarà un fuoco di paglia, ci scommettono in molti.
Farioli rappresenta forse l’ultima evoluzione di una scuola, quella toscana, che ha dato al calcio alcuni dei mister più celebrati, non soltanto in Italia: quest’anno in Serie A allenano – per dire -Massimiliano Allegri, Maurizio Sarri, Alessio Dionisi e, da poco, Gabriele Cioffi. Sulla panchina della Nazionale siede Luciano Spalletti da Certaldo, il presidente della categoria è Renzo Ulivieri di San Miniato. Walter Mazzarri aspetta una chiamata per tornare in pista. L’ascesa di Farioli conferma che la tradizione è destinata a proseguire. Il nostro fa parte anche di un altro gruppo di tecnici, quelli che non hanno giocato ad alti livelli: da Sacchi a Mourinho, da Sarri a Zeman. E come loro Farioli considera il calcio una sorta di scienza da applicare al rettangolo verde.
Del resto, che Farioli sarebbe stato un allenatore molto particolare lo si sarebbe potuto comprendere già ai tempi della discussione della tesi di laurea all’Università degli Studi di Firenze. “Filosofia del gioco: l’estetica del calcio e il ruolo del portiere” il titolo scelto per la discussione che lo consacrò dottore. A Nizza adesso sognano che Farioli si laurei campione di Francia, non sarà facile ma non sarebbe la prima impresa di questo trentaquattrenne che sembra davvero destinato a diventare uno dei grandi di questa epoca.