Ma rischia di pagare le posizioni 'russofile'
Chi è Franco Frattini, la ‘carta’ di Salvini (e Conte) per il Quirinale: l’ex ministro in ascesa nella rosa dei candidati
È Franco Frattini la ‘carta’ di Matteo Salvini per sbloccare l’impasse sul Quirinale? Le quotazioni tra i ‘Quirinabili’ dell’ex ministro degli Esteri sono infatti in netta ascesa, accanto ai nomi già inflazionati come il premier Mario Draghi, l’eterno Pier Ferdinando Casini o la numero uno dei servizi segreti Elisabetta Belloni.
Quello di Frattini, scrive per esempio Repubblica, sarebbe stato l’unico nome fatto dal leader della Lega nel corso del suo colloquio con Mario Draghi, che nel primo giorno di trattative per il Colle ha sentito anche Letta e Conte. Una candidatura, quella del due volte ministro degli Esteri nei governi Berlusconi e attuale Presidente del Consiglio di Stato, designato all’unanimità dal plenum del Cpga il 14 gennaio scorso, che Salvini propone per assumersi il ruolo di “kingmaker”, il regista delle operazioni del Quirinale.
La carriera
Nato nel 1957 a Roma, Frattini è stato per due volte ministro degli Esteri nei governi di centrodestra a guida Silvio Berlusconi (dal 2002 al 2004 e poi dal 2008 al 2011) e due volte ministro della Funzione pubblica (dal 1995 al 1996 e dal 2001 al 2002).
Nel primo mandato da capo della Farnesina l’Italia appoggiò l’invasione americana dell’Iraq, definendoli “intervento legittimo” pur in mancanza di un mandato internazionale dell’Onu.
Per lui incarichi importanti anche in Europa, dove è stato Commissario per la Giustizia, la Libertà e la Sicurezza dal 2004 al 2008, oltre a due legislature da deputato con Forza Italia.
I pro
Tra i punti a favore di Frattini come ‘Quirinabile’ c’è sicuramente l’insolito asse tra Lega e Movimento 5 Stelle, una convergenza che ricorda i tempi del primo governo Conte. Proprio il leader dei pentastellati avrebbe già dato l’ok ad una eventuale candidatura di Frattini da parte del centrodestra.
Non va dimenticato infatti un particolare che a Conte avrà fatto piacere. Nell’estate del 2018, quando l’allora presidente del Consiglio si schierò per uno stop alle sanzioni dell’Unione Europea a Mosca, Frattini si mosse a difesa di Conte. Non solo: sempre Frattini, ricorda Repubblica, accreditò Conte presso il capo della diplomazia locale Sergey Lavrov: “È un uomo del compromesso, per lui il vostro è un Paese amico”.
I contro
Proprio la posizione sulla Russia rischia di azzoppare la candidatura di Frattini, anche perché la corsa al Quirinale arriva in un momento di tensione massima tra Mosca e il mondo occidentale per il caso Ucraina, con le truppe di Putin e quelle della Nato che si stano radunando ai confini del Paese.
La ‘russofilia’ di Frattini è riemersa anche recentemente in una intervista concessa dall’ex ministro degli Esteri a Formiche nella quale il ‘Quirinabile’ conferma la necessità di un avvicinamento tra Roma e Mosca. “L’Italia doveva e poteva fare di più all’inizio della crisi ucraina, ai tempi dell’occupazione della Crimea. Allora era ancora nelle condizioni di partecipare al Formato Normandia o di esercitare una forte azione su Putin che forse avrebbe ascoltato. Ha scelto invece di acquetarsi su una acritica politica delle sanzioni di Obama. In diplomazia quando vuoi convincere chi la pensa all’opposto non lo cacci dal tavolo, aggiungi una sedia”, era l’opinione di Frattini.
Il candidato di Salvini scartava anche l’ipotesi di un ingresso dell’Ucraina nella Nato, definendola “un’ipotesi non realistica”. “Un Paese come l’Ucraina, che oggi al suo interno conta tre province indipendentiste, non può aderire all’Alleanza. La Nato dovrebbe essere la prima a dirlo. Purtroppo ha perso il ruolo di attore politico di primo piano che aveva in passato”, spiegava il presidente del Consiglio di Stato.
Non è un caso dunque che sulla candidatura di Frattini si è alzato un muro, con una sponda in questo senso tra Matteo Renzi ed Enrico Letta. Opinione condivisa dei due leader di Partito Democratico e Italia Viva è che in una fase delicata per la crisi Ucraina serva un profilo di presidente della Repubblica “europeista e atlantista”.
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